Pizza contemporanea o pizza tradizionale? La scelta è davvero ardua, anche perché la pizza è molto più di un semplice piatto: è uno dei comfort food per eccellenza, capace di evocare convivialità, semplicità e far danzare le nostre papille gustative.
Possiamo dire che è sempre una certezza, amata da adulti e bambini, protagonista di cene informali, feste, appuntamenti tra amici e momenti di relax. Non è un caso se la pizza è anche uno dei simboli della cucina italiana più conosciuti e imitati nel mondo, tanto che esiste anche una giornata mondiale della pizza!
Il motivo di questo successo planetario risiede nella sua apparente semplicità: pochi ingredienti, facilmente reperibili, che attraverso tecnica, tempo e sensibilità diventano qualcosa di universale. Farina, acqua, lievito sono una base pe un impasto che piace a tutti, e con l’aggiunta del pomodoro si raggiunge un vero e proprio idillio gustativo.
Ed è proprio da questa semplicità che, negli anni, sono nate interpretazioni diverse, visioni differenti e scuole di pensiero che oggi convivono sotto due grandi definizioni: pizza tradizionale e pizza contemporanea.
E no, noi di Académia.tv non abbiamo dimenticato la pizza fritta, la parigina, la pizza alla romana o quella al taglio!
Quanti tipi di pizze esistono
Parlare di pizza significa entrare in un mondo estremamente variegato. In Italia esistono numerose tipologie di pizza, spesso legate al territorio di origine e alle sue abitudini gastronomiche. La pizza napoletana, probabilmente la più iconica, è caratterizzata da un impasto morbido, un cornicione pronunciato e una cottura rapidissima in forno a legna ad altissima temperatura. La pizza romana, invece, si distingue per una base più sottile e croccante, una struttura asciutta e una maggiore friabilità.
Accanto a queste, troviamo la pizza al taglio, la pizza in pala, la pizza fritta, fino alle versioni regionali meno conosciute ma altrettanto identitarie. A questa pluralità geografica si affianca oggi una distinzione più concettuale: quella tra pizza tradizionale e pizza contemporanea.
Non pensiate che sia una classificazione rigida, si tratta piuttosto di due approcci diversi alla materia prima, alla tecnica e all’esperienza finale al palato e alla vista.
Pizza contemporanea vs pizza tradizionale
Il confronto tra pizza contemporanea e pizza tradizionale è spesso acceso, ma va chiarito subito un punto fondamentale: una non è l’evoluzione dell’altra. Non esiste una linea temporale che porta inevitabilmente dalla pizza tradizionale a quella contemporanea. Si tratta piuttosto di due visioni parallele, due modi differenti di interpretare lo stesso piatto, entrambe legittime e capaci di offrire esperienze di grande qualità.
La pizza tradizionale affonda le sue radici nella cultura popolare, nella necessità di nutrire con ingredienti semplici e accessibili. La pizza contemporanea nasce invece da una riflessione più recente sul prodotto, sulle tecniche di panificazione, sulle materie prime e sull’esperienza gastronomica complessiva. Sono due linguaggi che possono convivere, dialogare e arricchirsi a vicenda, senza che uno debba necessariamente sostituire l’altro.
La pizza tradizionale
La pizza tradizionale è figlia della storia e della consuetudine. Nasce come cibo di strada, economico e immediato, pensato per essere mangiato caldo, appena sfornato. Le sue caratteristiche principali sono l’equilibrio, la riconoscibilità e la ripetibilità. L’impasto è generalmente ben lievitato in modo da risultare digeribile, un’altra sua grande forza sta nel fatto che può essere personalizzato usando farine diverse e diventare quindi anche adatto chi è intollerante al glutine o celiaco.
Dal punto di vista sensoriale, la pizza tradizionale offre un morso immediato: il bordo è soffice, la base è elastica, il sapore è pulito. I condimenti sono pochi, ben dosati e fortemente legati alla tradizione: pomodoro, mozzarella, olio extravergine, basilico.
È una pizza che punta sull’esplosione di gusto in un sol boccone, sulla memoria collettiva e su un’idea di perfezione che non ha bisogno di essere spiegata, perché è già impressa nel gusto di chi la mangia.
La pizza contemporanea
La pizza contemporanea, invece, nasce da un percorso di ricerca che coinvolge panificatori, pizzaioli e chef. È il risultato di uno studio approfondito sugli impasti, sulle fermentazioni, sulle farine alternative e sull’importanza della materia prima. Le lievitazioni diventano più lunghe, spesso supportate da maturazioni controllate, l’idratazione dell’impasto aumenta e la struttura finale risulta più leggera e ariosa.
Dal punto di vista estetico e sensoriale, la pizza contemporanea si distingue per un cornicione molto sviluppato, una mollica alveolata e una maggiore complessità aromatica. Anche i topping cambiano: non più solo ingredienti classici, ma combinazioni studiate, spesso ispirate all’alta cucina, con attenzione alla stagionalità e al bilanciamento dei sapori. Non è raro trovare combinazioni in cui un elemento dolce diventa una chicca che cambia completamente il sapore del morso. Troviamo quindi mix che sulla carta potrebbero far storcere il naso, ma che in realtà stupiscono e lasciano sul palato un sapore del tutto nuovo.
La pizza contemporanea non rinnega la tradizione, ma la rilegge, trasformando la pizza in un’esperienza gastronomica più ampia e consapevole.
Pizza tradizionale e pizza contemporanea non sono in competizione, ma rappresentano due anime dello stesso grande piatto. La prima parla di memoria, semplicità e identità; la seconda di ricerca, tecnica e sperimentazione.
Entrambe raccontano la nostra cultura in cucina e la nostra capacità di innovare senza dimenticare le radici. Scegliere l’una o l’altra non significa prendere posizione, ma semplicemente assecondare il proprio gusto e il momento. Perché, alla fine, la vera forza della pizza è proprio questa: sapersi adattare, restando sempre profondamente sé stessa.
di Sofia Pettorelli