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pan dei morti

Buoni da morire: pan dei morti e altri dolci per la festa dei morti

Dal pan dei morti alla pattona, la festa di morti è sempre un periodo d’oro per i golosi!

La fine di ottobre, infatti, non segna solo l’arrivo di una festa molto divertente come Halloween, ma preannuncia anche un periodo di ghiottonerie come il pan dei morti.

Ciò che rende l’Italia così speciale è la quantità di tradizioni che si possono incontrare e che contraddistinguono non solo le diverse regioni, ma anche città e paesini.

I dolci tipici della festa dei morti condividono ingredienti semplici, di facile reperibilità e –ovviamente- stagionali, ma anche legati a tradizioni religiose o pagane dei luoghi in cui sono stati ideati.

Che sia forse questo ciò che piace così tanto agli stranieri che visitano il nostro Bel Paese? Il fatto che, per ogni festività, abbiamo ricette tipiche? Pensiamo ad esempio a tutti i dolci di Carnevale!

A tutto questo si aggiunge anche il fatto che la cucina italiana, seppur legate alle proprie orgini, riesce comunque a unire tradizione e innovazione.

Festa dei morti: la tradizione passa per la tavola

Come tutte le ricette tradizionali, anche le ricette per la festa dei morti hanno radici antiche. Si tratta di una celebrazione che unisce cultura sacra e profana (e che in questo è molto simile al Dia de Los Muertos o Halloween) nel ricordo dei defunti.

Si dice, infatti, che durante la notte dell’1 e del 2 novembre, le anime dei cari che ci hanno lasciati, tornino sulla terra per farci visita e che, per accoglierli al meglio, si debbano preparare dolci e piatti.

Ecco che in cucina si iniziano quindi i preparativi per biscotti, torte e dolcetti. Le fave dei morti e la pattona, ad esempio, sono diffusi in tutto il centro-nord, al sud troviamo il torrone dei morti o la frutta martorana.

E quali sono gli ingredienti tipici? La zucca (conoscete tutte le varietà della zucca e i suoi benefici?), fave e castagne.

Dolci per la festa dei morti: pan dei morti gli altri dessert famosi

Pan dei morti

Sicuramente il dolce più famoso della festa dei morti è il pan dei morti. Come si prepara e qual è la sua storia?

Il pan dei morti si riconosce subito perché ha una forma ovale, leggermente allungata alle estremità e appiattita. Viene realizzato con ingredienti cosiddetti poveri, come biscotti secchi, farina, albumi, cacao, uvetta, frutta secca e spezie. Sono proprio queste ultime a dare al pan dei morti un aroma e un sapore che, unito alla consistenza pastosa, li rende inconfondibili.

Si tratta di un dolce nato all’ombra della Madonnina, a Milano, attorno al 1400. La tradizione voleva che durante i funerali venissero distribuiti dolcetti in simbolo di carità. L’idea era quella di utilizzare gli ingredienti che già si avevano in casa, unirli ad altri e creare un impasto dolce che potesse essere offerto.

Alcuni studiosi hanno notato alcune somiglianze tra la ricetta del pan dei morti e un dolcetto che veniva preparato nell’antica Grecia e offerto alla Dea Demetra.

Come si prepara il pan dei morti? Innanzitutto, amanti della cucina, sappiate che è una ricetta semplice e veloce in cui vi basterà mescolare tutti gli ingredienti in una ciotola, impastarli, formare i dolcetti e infornare tutto.

Come abbiamo detto, potete usare ciò che già avete in casa, noi vi lasciamo qualche consiglio: non dimenticate l’uvetta, frutta secca mista, amaretti, un po’ di vino dolce, cacoa amaro e cannella.

Grano dei morti o Colva pugliese

Si chiama colva, ma è anche conosciuto come “grano dei morti” ed è un dolce tipico pugliese. Ha radici antiche dato che veniva preparato per ringraziare la terra dei frutti raccolti durante l’anno: per questo motivo si mangia in corrispondenza della Festa dei Morti (che coincideva con l’ultima semina).

Anche in questo caso si tratta di una preparazione che unisce ingredienti poveri e sempre presenti nelle case del passato. Vi servirà grano che, dovrete cuocere e mescolare con cioccolato fondente, gherigli di noci, mosto e cannella. Dovrete lasciar freddare il tutto e mangiare dopo qualche ora, magari aggiungendo qualche chicco di melograno, per dare un tocco aspro davvero strepitoso!

Piada de morti

Nel riminese non può mancare la piada dei morti! Se vi piace la piadina dolce, sicuramente vi piacerà questo dolce dall’impasto soffice e lievitato a cui viene aggiunta uvetta e frutta secca.

La ricetta non è delle più semplici: dovrete amalgamare farina 0, manitoba e lievito di birra (precedentemente sciolto nel latte tiepido) con oli EVO, mosto d’uva, uova, burro e zucchero semolato. Al panetto ottenuto, che dovrà risultare liscio e omogeneo una volta lavorato, si aggiungono pinoli, uvetta ammollata nel liquore all’anice e altra frutta secca.

Frutta martorana

Come non parlare della bellissima frutta martorana? È un dolcetto tipico siciliano e calabrese (anche se in Calabria viene chiamata “morticeddi”) particolarmente scenografico e molto buono. Sempre a patto che vi piaccia la pasta di mandorle, dato che si tratta proprio di pasta di mandorle a cui viene data la forma e il colore di diversi frutti, come mele o pere.

I dolci vengono tradizionalmente preparati dalle suore della chiesa di S. Maria dell’Ammiraglio, chiamata Chiesa della Martorana, a Palermo. La chiesa, realizzata nel 1143, era il luogo in cui le suore preparavano e vendevano i dolcetti, pratica che si è protratta fino a metà del 1900.

La ricetta tradizionale prevede l’uso di farina di mandorle e miele o zucchero.

Taralli siciliani

Leggendo “taralli” sicuramente avrete pensato a quella eccezionale preparazione salata pugliese, invece parliamo di dolci per la festa dei morti.

Sono perfetti per concludere un pasto spiluccando qualcosa di dolce: una base di pasta frolla ricoperta di glassa. Prepararli è piuttosto semplice, avrete solo bisogno di unire uova, zucchero, farina, burro e scorzetta di limone. Creare delle ciambelline, cuocerle e poi tuffarle in una glassa a base di zucchero e acqua.

Nzuddi

Rimaniamo sempre al sud e andiamo alla scoperta degli nzuddi, dolci catanesi tanto semplici quanto buoni.

Biscottini a base di:

  • Uova
  • Zucchero
  • Farina di mandorle
  • Farina di grano tenero
  • Scorzetta di arancia
  • Lievito istantaneo
  • Miele
  • Cannella
  • Marsala

All’impasto ottenuto viene data una forma di disco leggermente schiacciato, nel mezzo viene messa una mandorla.

Secondo alcune fonti, questi biscottini sarebbero nati nel convento delle suore Vincenziane di Catania e da qui deriverebbe il nome così particolare. Sembra, infatti, che “nzuddi” sia l’abbreviazione di Vincenzo, chiamato in dialetto “Vincinzeddu” o “Vincinzuddu”.

Fave dei morti

Esiste il pan dei morti, ma anche un dolce chiamato fave dei morti. Si tratta ancora di biscottini. L’ingrediente di base è la farina di mandorle (quindi hanno una consistenza morbida), a cui possono essere aggiunti pinoli e mandorle, scorza di limone, cannella e un cucchiaio di grappa.

Il nome deriva probabilmente dalla loro forma piccola e tondeggiante.

Rame di Napoli

Nonostante si chiamino “rame di Napoli”, ci troviamo davanti a un dolcetto siciliano, nato probabilmente per onorare l’unificazione del Regno delle due Sicilie, che venne celebrata dai sovrani facendo coniare una nuova moneta contenente una lega di rame.  I fornai crearono quindi una propria versione dolce, morbida, speziata e ricoperta di cioccolato delle monete messe in circolazione.

Torrone dei morti

Oltre al torrone di Cremona, esiste anche il torrone dei morti. Una versione molto diversa, che dovete immaginare come un croccante guscio di cioccolato fondente che “protegge” un morbidissimo interno simile al gianduiotto. Spesso viene anche arricchito con nocciole tostate!

Castagnaccio

Dulcis in fundo, l’ultimo dolce per la festa dei morti che vi proponiamo è il castagnaccio, o pattona. È un dolce tipico del nord italiana (anche se sembra sia stato ideato in Toscana) preparato con farina di castagne, uvetta, pinoli, noci e rosmarino.

Già in alcuni testi del ‘500 si trova menzione del castagnaccio. Pare che questo dolce fosse molto apprezzato già ai tempi, tato che è stato tramandato il nome del suo ideatore: un certo Pilade da Lucca, nominato da Ortensio Orlando nel suo “Commentario delle più notabili et mostruose cose d’Italia et altri luoghi”.

Dal 1800 i toscani esportarono la ricetta nel nord Italia, dove il dolce venne arricchito con uvetta, pinoli e rosmarino, che lo rendono un dolce davvero particolare!

 

di Sofia Pettorelli

 

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