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Il pistacchio di Bronte, eccellenza tutta italiana

Per donare gusto e croccantezza a piatti dolci e salati c’è il pistacchio.

Il pistacchio e, in particolare il pistacchio di Bronte, è una delle specie più antiche di frutta secca, amatissima da chef e pasticceri, è in grado di fare la differenza in molte preparazioni.

Per tutti gli amanti delle ricette con il pistacchio, Acadèmia.tv propone una masterclass di 5 lezioni per imparare a valorizzare questo frutto attraverso preparazioni dolci e salate: un mix di creatività, tradizione e contemporaneità imperdibile.

Il pistacchio, storia e origini

Quando si ha tra le mani un ingrediente così pregiato e apprezzato è interessante ripercorrerne la storia. Conosciuto a amato già al tempo degli Assiri, pare che il pistacchio fosse frutto preferito della Regina Saba, l’unica che aveva il privilegio di assaporarlo e decidere chi altri ne poteva godere.

Se ne trova menzione anche nella Bibbia, quando si narra che nel 1802 a.C Giacobbe offrì al Faraone d’Egitto mirra, miele, mandorle e pistacchi.

Alcuni ritrovamenti fanno pensare, però, che i pistacchi fossero già conosciuti e consumati dagli uomini del Paleolitico: in Giordania ne sono stata trovate tracce risalenti al 6760 a.C.

La storia di questo frutto è legata ai commerci, alle conquiste e alle migrazioni avvenute in tempi antichi. Pianta originaria dell’Asia Minore, il pistacchio è stato coltivato per millenni in Iran, Pakistan, Palestina e Israele da qui si è poi diffuso in Marocco, Turchia, Libia e Tunisia. Sono stati gli arabi a esportarne la coltivazione.

Nell’827 gli arabi, conquistata la Sicilia, iniziarono a coltivare il pistacchio nelle terre attorno Agrigento e Caltanissetta, per poi spostarsi verso Bronte. Qui, il clima perfetto e le condizioni del terreno diedero vita a quella che ancora oggi è riconosciuta come una tra le eccellenze italiane nel mondo: il pistacchio di Bronte.

Pasta patate, provola e pistacchio: ricetta napoletana passo passo con Chef Cristian Spagnoli

La pasta, patate e provola è uno dei piatti più celebri della tradizione gastronomica partenopea! Ma come cucinare questa ricetta napoletana davvero a regola d'arte?
Nel suo corso dedicato al pistacchio, lo Chef Cristian Spagnoli rivisita il piatto utilizzando l'iconico pistacchio di Bronte che si sposa alla perfezione con la neutralità della patata ed il sentore affumicato della provola, per un risultato squisito!
In questo caso il pistacchio viene utilizzato "in infusione" durante la cottura della pasta e conferisce un carattere super particolare al piatto, che vi riscalderà come la coccola invernale che vi meritate.
Vuoi scoprire altre ricette al pistacchio, dolci e salate? Corri a guardare il corso in collaborazione con l' @artigianoinfiera su Acadèmia.tv!
Preparazione 20 minuti
Cottura 12 minuti
Portata Primo Piatto
Cucina Italiana
Porzioni 4 porzioni da degustazione

Equipment

  • Casseruole
  • Cucchiaio di legno
  • Mestolo

Ingredienti
  

  • 250 g Pasta mista
  • 30 g Porro (parte verde)
  • 120 g Patate
  • q.b. Sale
  • 30 g Parmigiano Reggiano
  • 40 g Provola affumicata
  • 40 g Pistacchio di Bronte
  • q.b. Olio extravergine di oliva
  • q.b. Brodo vegetale

Istruzioni
 

  • - Tagliare finemente il porro e tagliare la patata a cubetti;
    - Scaldare un po’ d’olio in casseruola, rosolare brevemente il porro senza farlo colorire e aggiungere le patate;
    - Salare leggermente e rosolare per un paio di minuti a fuoco lento;
    - Bagnare con brodo vegetale;
    - Aggiungere la pasta mista e cuocere per circa 10 minuti;
    - Tritare grossolanamente il pistacchio ed aggiungerlo alla pasta a metà cottura;
    - Aggiungere del brodo vegetale via via che si asciuga durante la cottura;
    - A fine cottura mantecare con Parmigiano Reggiano e provola affumicata;
    - Regolare la densità con del brodo vegetale;
    - Terminare la mantecatura con olio extravergine di oliva;
    - Servire immediatamente e decorare a piacere.

Video

Keyword parmigiano reggiano, pasta, patate, pistacchio, porro, provola, provola affumicata

Le varietà del pistacchio

La capacità di adattarsi bene a terreni rocciosi e aridi è una delle caratteristiche distintive del pistacchio, che riesce a crescere bene in luoghi del tutto inaspettati, persino desertici.

La pianta dà, infatti, i suoi frutti migliori quando si trova in zone miti, con inverni freschi ed estati lunghe e calde. In commercio troviamo moltissime varietà di pistacchio: con il guscio, già sgusciati, al naturale, salati, tostati, in granella o sotto forma di crema spalmabile.

Sono da sempre ingredienti delle ricette tradizionali di paesi con culture anche molto diverse tra loro; pensiamo al cannolo siciliano con granella di pistacchio o ai baklava con miele e pasta fillo.  Questa, secondo noi di Academia.tv, è una particolarità assolutamente interessante: il pistacchio diventa un elemento culinario che unisce popolazioni e zone del mondo completamente diverse per usi, costumi e alimentazione.

Tutti conosciamo la bontà del pistacchio di Bronte, ma esistono moltissime varietà di pistacchi che vale la pena conoscere se siete appassionati di cucina.

Pistacchio spagnolo

Introdotto in Spagna da soli 20 anni, il pistacchio spagnolo ha conquistato il palato di molti chef grazie al suo sapore intenso. Coltivato nella zona della Castilla la Mancha, caratterizzata da un clima ventoso, con pochissima umidità e prevalentemente caldo, il pistacchio spagnolo è interessante per il suo gusto persistente e dolce.

Pistacchio Turco

Chi è appassionato di dolci turchi sa perfettamente che in questo Paese si coltivano diverse varietà di pistacchi, tutte diverse l’una dall’altra per colorazione, gusto e dimensione. Tra quelle più interessanti e caratteristiche c’è sicuramente “El-Jalale” di piccole dimensioni e dal colore rossastro, “Abiad Miwhy” che presenta un sapore deciso e intenso.

Pistacchio iraniano

Essendoci moltissime tipologie di pistacchi in Iran, si tende a distinguerli sulla base della forma rotonda o allungata. Tutti, però, hanno una croccantezza unica e un gusto deciso.

Il pistacchio di Bronte, il miglior pistacchio italiano?

Oggi in Italia si produce quello che è riconosciuto come il miglior pistacchio al mondo: il pistacchio di Bronte.

Prodotto enogastronomico sempre più ricercato, il Pistacchio di Bronte ha caratteristiche del tutto particolari.

Chiamato “Frastuca” dai siciliano, è una varietà di Pistacia Vera che cresce in modo spontaneo ad altitudini che vanno dai 300 ai 900 metri. Prodotto alle pendici dell’Etna, il pistacchio di Bronte viene coltivato su un terreno caratterizzato dalla presenza di roccia lavica; ogni due anni viene raccolto a mano non solo per preservare la tradizione, ma anche perché l’impervietà del territorio non consente l’utilizzo di macchinari appositi. Anche l’essiccazione segue regole ferree che seguono le usanze del passato: i pistacchi vengono fatti essiccare al sole con i malli, che vengono eliminati solo verso la fine della procedura.

Le caratteristiche del pistacchio di Bronte

La bontà di questa eccellenza ha reso famoso il pistacchio di Bronte in tutto il mondo, tanto che oggi è anche chiamato “Oro verde di Sicilia”. L’unicità del pistacchio di Bronte dipende da diversi fattori: primo tra tutti le condizioni in cui viene coltivato, la forma del frutto, del guscio, il colore e il sapore inconfondibile.

Il frutto ha un colore verde smeraldo inconfondibile, avvolto da una sottile “pellicina” violacea che crea una sfumatura molto scenografica (perfetto quindi per la decorazione di diverse pietanze) ed è protetto da un guscio concavo, con estremità leggermente rivolte verso l’alto.

Il suo è un sapore inconfondibile: dolce, mai salato, mai tostato e quasi burroso al palato.

Quando assaggerete il pistacchio di Bronte ve ne innamorerete. 

di Sofia Pettorelli

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