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gambero fritto

Maoji Street Food: Hunan a Milano

Chi visita Maoji Street Food, al civico 43 di Piazza Aspromonte a Milano, racconta di un locale in cui l’atmosfera sembra essere rimasta quella della Cina degli anni ‘80-90’. Dal nome alle decorazioni sulle pareti, fino ad arrivare alla proposta gastronomica, tutto parla della provincia cinese dello Hunan e della sua particolarissima cucina. 

Xiang, la cucina di Hunan

La tradizione culinaria dello Hunan abbraccia tre stili diversi: quello del fiume Xiang, basato sui piatti Changsha, quello del Lago Dongting, che prende ispirazione dalla cucina di Hengyang e l’ultimo, della parte occidentale dello Hunan, basato sui piatti di Xiangtan. 

È una delle otto cucine tradizionali cinesi, rinomata per il largo uso di peperoncino, aglio e cipolla e rispetto alla cucina del Sichuan (con cui confina e a cui spesso viene paragonata) utilizza molti cibi affumicati e condensati. 

Sapida, croccante e deliziosa sono i tre aggettivi che meglio la rappresentano, è infatti una cucina che tra le numerose tecniche di cottura, predilige quella “al dente” per i vegetali, per ottenere la ricercata croccantezza, ma anche l’affumicatura o la cottura al vapore, tipicamente utilizzata per i loro morbidissimi panini farciti. 

Altro aspetto fondamentale per i cuochi dello Hunan: avere grandi abilità nel taglio, sia che si tratti di carne che di vegetali. L’aspetto dell’ingrediente, pre e post cottura, deve essere rigorosamente delizioso già alla vista

Maoji Street Food: il menù

Il menù rispetta fedelmente la tradizione gastronomica dello Hunan, in questo caso con uno stile “da strada”. Il Maoji Bao è il re del menù, uno di quei piatti che è impossibile non ordinare, un panino cotto al vapore e farcito con straccetti di manzo e anacardi. Immancabili i Baozi (pane cinese ripieno di carne di maiale), gli spaghetti in brodo, in più versioni, i piatti a base di riso, i classici ravioli e wanton. 

Quello che rende le proposte di Maoji uniche è che, oltre ai grandi classici, è possibile assaggiare piatti introvabili altrove. Un esempio? Il taro (che per chi non lo sapesse, è un tubero commestibile di una pianta tropicale) accompagnato con pancetta o gli involtini di Nan, simili ai classici involtini “primavera” ma con un ripieno diverso e delle dimensioni più grandi. Lo stesso vale per i dessert: polpette di riso caramellate, ovetti di riso e la deliziosa banana in pastella. 

Per quanto riguarda i drink, la carta include alcune birre cinesi ma anche una varietà di tè, sia caldi che freddi, oltre al gettonatissimo bubble tea. 

Lezione de “Le cotture e le salse” dei ravioli

Maoji Street Food: il locale 

All’interno del locale risulta evidente la voglia di ricreare l’atmosfera tipica delle stradine cinesi con muri in mattone, locandine e volantini sui muri, grondaie, persiane e persino un telefono pubblico. Sembra inoltre che le insegne luminose vogliano strizzare un po’ l’occhio a quelle tendenze hipster che hanno in qualche modo invaso i locali milanesi moderni.

Ciò che è importante e da non trascurare è la clientela, quasi sempre “autoctona”e composta da orientali. A detta della titolare, Angela Haizhen Lei, i cinesi che visitano il suo locale lo paragonano sempre alla casa della propria nonna… e si sa, quanto bene si mangia quando si è loro ospiti!

di Paola Ragno

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