I 5 chef più famosi della Spagna
I 5 chef più famosi della Spagna
La cucina spagnola è sempre più protagonista del panorama gastronomico internazionale. Il gazpacho, la paella, la crema catalana sono solo alcune delle espressioni con cui questa cucina è arrivata sulle nostre tavole, regalando piatti dai sapori decisi e dai colori accesi, ma soprattutto storie da raccontare. Questo è possibile anche grazie agli chef autoctoni diventati celebri in tutto il mondo: in questo articolo ve ne facciamo conoscere ben 5!
Un nome, una garanzia. Ferran Adrià è il padre della cucina molecolare e con il suo ElBulli (oggi museo visitabile ribattezzato “ElBulli 1846”) ha aperto la strada e forgiato quella cucina contemporanea che oggi tutti conosciamo. A 18 anni inizia a lavorare presso l’Hotel Playafels e in questi mesi fa anche il suo primo stage al ristorante “El Bulli Roses”, in Costa Brava. Qui diventa capo chef, a soli 22 anni, ed è solo grazie a lui che il ristorante riceverà le 3 stelle Michelin e il riconoscimento di miglior ristorante dal mondo (dal 2006 al 2009).
È stato paragonato a Dalì, a Lumière o addirittura ad Armando Maradona, proprio perché la sua lungimiranza è stata cruciale per iniziare a fare esperimenti in cucina, già nel 1980. Gli stessi esperimenti che hanno portato ad aggiungere in enciclopedie e dizionari l’espressione gastronomia molecolare ovvero “quella disciplina scientifica che si occupa delle trasformazioni fisiche e chimiche che avvengono in cucina”.
Il carpaccio di verdure, la sferificazione, il gelato salato, la decostruzione dei piatti, il sifone, sono tutte invenzioni e tutti meriti riconosciuti esclusivamente ad Adrià e al suo ristorante, tristellato fino alla chiusura nel 2011.
“El restaurante que lo cambiò todo” tradotto “il ristorante che ha cambiato tutto”… chi può dargli torto?
Quique Dacosta
Classe 1972, Enrique (detto Quique) Dacosta ha iniziato a muovere i primi passi in cucina nel 1986, ma come lavapiatti in un ristorante italiano in provincia di Alicante. Ha collezionato esperienze in tapas bar, birrerie, enoteche fino ad arrivare, nel 1992, al ristorante “El Poblet”, oggi due stelle Michelin. Attualmente possiede ben cinque stelle perché assieme alle due appena citate ci sono le tre stelle del suo “Quique Dacosta Restaurante” che nel 2012 ha fatto il suo ingresso nella World’s 50 Best Restaurant. Dacosta è tra i massimi esponenti della cucina d’avanguardia ed è stato anche autore di diversi libri in cui racconta le sue idee e le sue tecniche culinarie più rivoluzionarie. La sua cucina ha una forte influenza francese e si basa principalmente su due cardini: prodotti locali e di qualità e metodi di cottura studiati e mai casuali che ovviamente devono esaltare il prodotto e la materia prima.
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Joan Roca
È lo chef de “El Celler de Can Roca” di Girona che, nel 2009, ha ricevuto le 3 stelle dalla Rossa e, per ben tre volte (2013, 2015 e 2019) è stato miglior ristorante al mondo. Joan è il primo di tre fratelli (Joan, Josep, Jordi) tutti diventati celebri, che insieme hanno deciso di aprire nel 1986 un ristorante “di famiglia”, tutto loro, destinato a rivoluzionare la gastronomia mondiale. Il suo percorso nella cucina inizia subito con gli studi alberghieri svolti a Girona e diverse esperienze in molti ristoranti, anche sotto la guida di Ferran Adrià. La cucina del “Celler” è pura sperimentazione, una cucina che si potrebbe definire tecno-emozionale e d’avanguardia: il sottovuoto e la cucina a bassa temperatura sono alcune delle tecniche con cui i piatti diventano scienza, arte e vere e proprie esperienze sensoriali.
Pepa Muñoz
“Buone e semplici”, così devono essere le cose per Pepa Muñoz, chef de “El Qüenco de Pepa”, il suo ristorante di Madrid. Come spesso accade, anche lei si è avvicinata alla cucina per caso e un po’ anche per necessità. Unica cuoca in una famiglia di ben cinque fratelli è stata capace di portare avanti l’attività di famiglia e questa sua dedizione le ha permesso di fare “il” passo: aprire un posto che fosse tutto suo (riuscendoci benissimo).
La priorità per la chef Muñoz è il prodotto, ma anche le sue origini, la stagionalità e soprattutto la sostenibilità. Tutti principi che si riflettono nel menù che propone ai clienti de El Qüenco. La selezione delle materie prime è fondamentale e, infatti, il suo ristorante ha anche un orto da cui la chef si rifornisce direttamente, per garantire sempre una cucina a km 0 e una filiera “cortissima”.
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Dani García
A soli 25 anni ha ricevuto la sua prima stella Michelin nel locale in cui lavorava allora, il “Tragabuches” di Ronda. Dopo essersi formato presso la scuola alberghiera, ha iniziato la sua carriera nel 1996 con il celebre Martín Berasategui. Nel 2005 apre il suo ristorante a Marbella, “Calima” dove oltre al riconoscimento come primo chef dell’Andalusia, riceverà ben due stelle Michelin, prima nel 2007, poi nel 2011. Nel 2014, apre il ristorante gastronomico “Dani García Restaurante” e lancia un format di gastronomia casual “BiBo”. La sua carriera nell’alta cucina è iniziata presto e non è stata facile come molti credono, tant’è che nel 2018, appena ricevute le tre stelle Michelin per il suo Dani García Restaurante, lo chef decide – a sorpresa – di chiuderlo. Il motivo? La necessità di dedicarsi a una cucina più casual e alla portata di tutti. Ma anche ad altri numerosi progetti: durante la pandemia ha dato vita a “La Gran Familia Mediterránea”, 10 cucine con consegna a domicilio posizionate tra Madrid, Barcellona, Siviglia, Malaga e Marbella. Nel 2020 il ristorante “Smoked Room” di Madrid, parte del Grupo Dani García – gruppo di ristorazione da lui fondato nel 2014 – ha ricevuto due stelle Michelin dopo soli 6 mesi dall’apertura.
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di Paola Ragno
