Chi non ama i primi piatti romani non sa cosa si perde! Dalla carbonara alla pajata, la cucina romana sprizza autenticità da tutti i pori e questo è merito di ingredienti semplici, trattati in modo che risultino il più goduriosi possibile!
I primi piatti romani sono così buoni da essere diventati emblema di italianità. Non importa da dove vengano, tutti gli stranieri conoscono, almeno per sentito dire, la “carbonara” e la “cacio e pepe”!
Sul nostro blog potete leggere come fa la carbonara Luciano Monosilio, considerato il re di questo piatto e sul nostro sito potrete seguire passo passo tutti i segreti della sua ricetta.
Primi piatti romani: gli ingredienti che non possono mancare
Se ci chiedeste qual è il segreto del successo dei primi piatti romani vi risponderemmo che sono gli ingredienti.
Sono tutti semplici, di facile reperibilità, tipici del centro Italia e ognuno ha un sapore e un profumo distintivo: per questo i piatti hanno così tanto carattere.
Tra i protagonisti indiscussi troviamo:
- Guanciale: re dei salumi romani, rende la carbonara, la gricia e l’amatriciana primi da leccarsi i baffi. Nonostante molti ritengano di poterlo sostituire con la pancetta, è in realtà insostituibile.
- Pecorino romano: ha una sapidità unica e, se lavorato bene, dona ai primi una cremosità irresistibile.
- Pepe nero: un tocco pungente e speziato tipico di quasi tutte le preparazioni.
- Uovo: dà ricchezza i primi come la carbonara.
- Pomodoro: se di qualità è l’asso nella manica della famosa amatriciana e nella pasta con sugo di coda.
- Frattaglie e quinto quarto: ingredienti poveri e spesso considerati di scarto, sono in realtà i protagonisti indiscussi della pajata e del sugo di coda.
Primi tipici romani
Scoprirete presto che la lista dei piatti tipici romani non è lunga e il motivo è molto semplice.
Sono per lo più piatti di origine povera, realizzati con scarti o con l’intento di dare forza ed energie ai contadini che li mangiavano.
I principali piatti romani sono:
- Tonnarelli cacio e pepe
- Pasta alla gricia
- Spaghetti alla carbonara
- Bucatini all’amatriciana
- Gnocchi alla romana
- Pasta alla zozzona
- Pasta con sugo di coda
- Rigatoni con la pajata
Tonnarelli cacio e pepe
Se c’è un nome di un piatto più eloquente di “tonnarelli cacio e pepe” fatecelo sapere! Infatti, gli unici ingredienti che vi serviranno sono:
- Tonnarelli
- Pecorino romano
- Pepe nero
Nato dagli alimenti che i pastori portavano con sé durante il pascolo: cacio pepato (il pepe conserva gli alimenti) e il pane. Si trattava di un pasto nutriente, piuttosto buono (anche se nulla ha in confronto ai tonnarelli) e autentico. Sostituendo il pane con un formato di pasta, il gioco è fatto!
Pasta alla gricia
La pasta alla gricia è il perfetto mix tra carbonara e cacio e pepe!
Si prepara con:
- Guanciale
- Pecorino Romano
- Pepe nero
Considerata anche l’antenata dell’amatriciana, la gricia è anch’esso un piatto delle campagne laziali. I pastori usavano ingredienti locali per darsi le energie necessarie per svolgere il lavoro. Alcuni ritengono che il nome “Gricia” derivi da “Grisciano”, un piccolo borgo vicino ad Amatrice.
Spaghetti alla carbonara
Chi non conosce gli ingredienti della carbonara?
- Uova
- Guanciale
- Pecorino romano
- Pepe nero
Se siete interessati alla storia di questo piatto indimenticabile, potete leggerla nel nostro articolo “storia della carbonara”.
Bucatini all’amatriciana
Piatto originario della città di Amatrice, ha presto conquistato la capitale diventando un simbolo della cucina di Roma e del centro Italia.
Realizzato con:
- Bucatini
- Pomodoro
- Guanciale
- Pecorino romano
- Pepe nero
I pastori erano soliti consumare la pasta alla gricia per rifocillarsi dopo una giornata stancante, aggiungendo la passata di pomodoro (che venne aggiunto solo dopo la scoperta dell’America) si ottiene una perfetta Amatriciana.
Gnocchi alla romana
Conoscete gli gnocchi alla romana? Non sono il tipico primo piatto che ci si aspetterebbe entrando in una trattoria della città eterna.
Completamente diversi da quelli di patate, gli gnocchi alla romana sono a base di semolino, latte, burro, parmigiano, pecorino romano e noce moscata.
È un piatto che sembra risalire all’epoca dell’Antica Roma, quando il semolino era l’alimento più consumato dai legionari per il suo sapore delicato ma con la capacità di saziare velocemente.
Pasta alla zozzona
Come suggerisce il nome, la pasta alla zozzona è una vera e propria bomba di sapori golosi e sfiziosi. Come chiamereste una pasta che unisce gli elementi della carbonara, dell’amatriciana, della gricia a un mix di cremosità e sapidità?
Vi serviranno:
- Guanciale
- Salsiccia
- Uova
- Pecorino
- Pomodoro
Pasta con sugo di coda
La pasta con sugo di coda è un piatto della tradizione del “quinto quarto”, cioè l’uso delle parti considerate meno nobili della carne. La coda di bue cuoce per ore con pomodoro, sedano, carota, cipolla, vino rosso e chiodi di garofano. Ciò che si ottiene è qualcosa di magico!
L’ingrediente principale è ovviamente la coda e la ricetta è una reinterpretazione della coda alla vaccinara.
Rigatoni con la pajata
I rigatoni con la pajata sono uno dei piatti della tradizione romana, perfetti per veri intenditori. La pajata, ovvero l’intestino tenue del vitello da latte ancora contenente il chimo, si trasforma in cottura diventando cremosa e amalgamandosi perfettamente con il sugo di pomodoro.
Per prepararlo servono:
- Rigatoni
- Intestino tenue di vitello
- Pomodoro
- Cipolla
- Pecorino romano
Questo piatto, espressione della cucina del “quinto quarto”, ha una storia antica e un sapore deciso e inconfondibile.
La preparazione inizia con un soffritto di sedano, cipolla, olio extravergine e lardo, a cui si aggiunge la pajata a pezzi. Dopo una rosolatura, si sfuma con vino bianco secco, si unisce la passata di pomodoro, sale e peperoncino, e si lascia cuocere a fuoco lento per circa due ore. Il sugo così ottenuto condirà i rigatoni, da servire con una generosa spolverata di pecorino romano DOP. Un piatto dal gusto forte e antico, simbolo della cucina popolare capitolina.
Insomma, i primi piatti romani sono un vero e proprio viaggio tra sapori e tradizioni.
di Sofia Pettorelli