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Grocery Tourism: la nuova tendenza per chi ama viaggi e cucina

Come si sceglie la meta delle vacanze? Alcuni scelgono il Grocery Tourism, ma cos’è?

Quando si decide la destinazione delle proprie ferie, alcuni si concentrano sul visitare paesaggi, attrazioni culturali, partecipare ad eventi particolari, altri invece uniscono la passione per i viaggi a quella per la cucina. Il Grocery Tourism è quindi il turismo che porta a viaggiare per assaggiare e, negli ultimi anni, è diventato un criterio di scelta di molti viaggiatori.

E no, se pensate che si tratti solo di prenotare un ristorante stellato e organizzare un viaggio attorno a questo, significa anche vivere esperienze autentiche legate al cibo, immergendosi nei mercati locali, visitando botteghe artigianali e scoprendo ingredienti mai visti prima.

Insomma, se siete appassionati di cucina come noi di Académia.tv sicuramente siete incuriositi dal Grocery Tourism perché significa allargare i propri orizzonti, scoprire piatti tipici e consentire al nostro palato di scoprire novità interessanti.

E le opzioni sono infinite! Ogni continente, ogni stato e ogni regione offre esperienza gastronomiche rare. In Asia, ad esempio, si possono assaporare sapori complessi che vanno dalla piccantezza del curry indiano alla delicatezza del sushi giapponese. In Sud America si potrebbe perdere la testa per le carni alla brace argentine e per il ceviche peruviano. Insomma, scoprire il mondo lasciandosi guidare dalle papille gustative è possibile ed è bello!

Turismo gastronomico: cos’è

Il Grocery Tourism, o turismo gastronomico, è quindi una forma di viaggio che si concentra quasi interamente sulla scoperta e sulla degustazione di piatti e prodotti tipici locali.

Non significa semplicemente mangiare bene quando si è in vacanza, è piuttosto un’esperienza sensoriale che parte dalla voglia di assaggiare nuovi alimenti e porta a conoscere, storia, tradizione e tecniche culinarie di un territorio specifico.

Oggi è una pratica piuttosto comune, ed è nata in tempi relativamente recenti. Dagli anni ’70 e ’80 si è iniziato a sviluppare un certo amore per le vacanze rurali e le sagre paesane che attiravano sempre più viaggiatori che, mentre visitavano luoghi nuovi, partecipavano anche ad attività gastronomiche come vendemmie, raccolte del tartufo o feste del raccolti. Con l’arrivo dei social media (conoscete il nostro profilo Instagram?) e un accesso più facile ai voli, il fenomeno si è ampliato a tal punto da trasformarsi un vero e proprio settore del mercato turistico.

Quali sono le attività che solitamente vengono svolte da chi sceglie il Grocery Tourism?

  • Partecipare a corsi di cucina con chef locali;
  • Visitare cantine, birrifici artigianali o frantoi;
  • Esplorare mercati tradizionali alla ricerca di ingredienti unici;
  • Prendere parte a degustazioni guidate di vini, oli e formaggi.

Grocery Tourism, una nuova frontiera di interesse

Calarsi nell’avventura, per chi ha come interesse primario la cucina, è un modo per scoprire anche i luoghi da cui provengono alcuni degli ingredienti più particolari del mondo. È quindi anche un’occasione per esplorare mercati, botteghe e supermercati tipici e osservare persino come la popolazione locale seleziona e acquista il cibo.

Non possiamo infatti pensare di andare in Giappone e non entrare in un Kombini o di andare in Thailandia e non frequentare i mercati galleggianti o attraversare il Marocco senza comprare qualcosa in un suq.

Questa forma di avventura permette anche di aprire la mente a piatti che non solo non possiamo assaggiare in Europa ma che, probabilmente, non mangeremmo in nessun altro luogo.

  • Cuy (Perù): il porcellino d’India, arrostito e servito intero, è un piatto festivo ricco di tradizione andina.
  • Balut (Filippine): uovo fecondato di anatra, bollito e condito con erbe aromatiche.
  • Fugu (Giappone): pesce palla che, se preparato male, può essere velenoso; richiede cuochi certificati e anni di formazione.
  • Hákarl (Islanda): carne di squalo fermentata, dal gusto deciso e pungente.
  • Durian (Sud-est asiatico): frutto dal profumo inconfondibile e divisivo, ma amatissimo dagli abitanti locali.

Non dimenticate che il Grocery Tourism è anche un’occasione per interagire con i venditori, scoprire storie familiari tramandate da generazioni e capire davvero come la cucina sia intrecciata alla vita quotidiana.

Viaggi per scoprire i cibi tipici

Ci sono destinazioni che attirano viaggiatori da tutto il mondo solo per un piatto o un ingrediente.

Vienna è la patria della Sachertorte, dolce iconico da gustare nella sua città d’origine, dove la ricetta segreta è custodita gelosamente. In Giappone, Hiroshima è celebre per l’okonomiyaki, un piatto di strada ricco e versatile. Napoli è un vero santuario della pizza, dove la Margherita raggiunge la perfezione nella semplicità.

Anche i ristoranti possono diventare mete turistiche: il Noma di Copenaghen, spesso nominato miglior ristorante del mondo, è un laboratorio di ricerca gastronomica; El Celler de Can Roca in Spagna offre un viaggio sensoriale in ogni portata; in Argentina, una parrilla tradizionale permette di vivere la cultura della carne alla brace come momento sociale.

Tra gli ingredienti che meritano un viaggio ci sono il tartufo bianco di Alba, la vaniglia del Madagascar e il caffè Kopi Luwak indonesiano, prodotto con un metodo tanto curioso quanto costoso.

Ogni piatto è un racconto: il clima, la geografia e le usanze si riflettono nei sapori e questa è un’esperienza impareggiabile per chi ama la cucina.

Assaggiare una paella a Valencia, un pho ad Hanoi o un chili con carne a Città del Messico significa assaporare un pezzo di cultura locale che nessuna guida turistica potrà restituire con la stessa intensità.

Mercati locali da visitare

I mercati sono l’anima pulsante di una città e il luogo perfetto per praticare Grocery Tourism e se cercate qualche esempio, non possiamo non menzionare la Boqueria di Barcellona. Un’esplosione di colori e profumi, con frutta tropicale, jamón ibérico e formaggi locali.

A Istanbul, il Mercato delle Spezie offre aromi intensi e un’ampia varietà di dolci orientali, mentre nella piazza Jemaa el-Fnaa di Marrakesh il mercato diventa un teatro a cielo aperto dove si possono assaggiare tajine e lumache speziate.

In Giappone, il Toyosu Market di Tokyo (erede del famoso Tsukiji) è il regno del pesce fresco, con aste di tonno spettacolari. In Messico, il Mercado de la Merced a Città del Messico è un labirinto di bancarelle dove si trovano peperoncini rari, tortillas fresche e frutti tropicali. A Bangkok, il Mercato di Or Tor Kor è rinomato per la qualità straordinaria dei suoi prodotti, dalla frutta esotica ai curry freschi.

Visitare questi mercati è sinonimo di vivere un’esperienza multisensoriale, fatta di colori, profumi e suoni, che raccontano la vita reale di una città molto più di qualsiasi monumento.

 

di Sofia Pettorelli

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