Se c’è una città al mondo in cui, ad ogni angolo si possono assaggiare cibi squisiti è Napoli.
Abbiamo lungamente parlato di preparazioni di una bontà estrema, come la pizza napoletana. Una squisitezza che è completamente diversa dalla sua “cugina” romana e anche da quella al trancio che si trova spesso nei forni e nelle panetterie.
Ebbene sì, Napoli è famosa per la pizza, ma anche per altre preparazioni che definire goduriose è poco: le parigine napoletane.
Si tratta di una pizza rustica tipica della tradizione partenopea. Si presenta con un mix di consistenze assolutamente unico perché è croccante e al tempo stesso morbida. Insomma, indimenticabile.
Lo street food napoletano
Chi ama viaggiare e ama anche mangiare sa che esistono luoghi in cui si entra veramente a contatto con la cultura locale tramite lo street food.
Ad esempio, in Grecia c’è la pita gyros, in Asia gli involtini primavera, in Messico i tacos, e le opzioni potrebbero essere infinite. Ci sono moltissimi i cibi da strada che vale la pena assaggiare almeno una volta nella vita e lo street food napoletano non è da meno.
Le parigine napoletane si inseriscono all’interno di quella cornucopia di bontà da assaporare per le strade della città, insieme a fritti, cuoppi, pizze fritte, pizze, sfogliatelle e che più ne ha più ne metta.
Noi di Acadèmia.tv siamo molto golosi e ciò che rende lo street food partenopeo così unico, secondo noi, è proprio la sua diversità di sapori e consistenze. Basti pensare che non c’è pietanza che non ci faccia venir voglia di leccarci le dita per comprendere quanto i napoletani siano maestri dell’arte culinaria.
Ma cosa sono le parigine napoletane e perché si chiamano proprio così?
Le parigine napoletane
Si tratta di un piatto tipico della cucina napoletana. Sono pizze rustiche farcite che si trovano in quasi tutte le rosticcerie della città, ma anche in bar e locali, dove vengono servite come spuntini.
La parigina napoletana si compone di una base morbida di pasta per la pizza, imbottita poi con pomodoro (o salsa di pomodoro), prosciutto cotto e provola. Si ricopre quindi la farcitura con uno strato di pasta sfoglia. La particolarità, quindi, non è solo il ripieno filante, bensì la doppia consistenza: soffice e fragrante da un lato, croccante dall’altro.
La troverete sempre (o quasi) tagliata in quadrati più o meno grandi perché da tradizione viene preparata in teglie rettangolari e questo ci fa capire quanto sia semplice anche per noi cimentarci in questa ricetta, sfruttando i nostri forni casalinghi.
Ovviamente ne esistono mille varianti, che si differenziano per gli ingredienti che ne compongono il ripieno. Si trovano senza pomodoro, con sottaceti, con funghi, con verdure come peperoni o melanzane grigliate o sott’olio, salumi e altri formaggi. L’importante è che ci sia almeno un elemento filante!
La storia
La parigina napoletana pare sia stata inventata in una famosa rosticceria di Afragola negli anni ’70, in realtà c’è una leggenda molto interessante che riguarda questa ricette e che, senza farlo apposta, risale a diversi decenni fa.
La prima cosa da chiedersi è se, chiamandosi “parigina”, abbia qualcosa a che fare con i francesi o con Parigi e la risposta è: no.
Alcuni ritengono che il riferimento sia dovuto all’uso della pasta sfoglia che, notoriamente, è stata inventata in Francia, in realtà non è così.
Dobbiamo tornare tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800, quando nelle cucina della Reggia di Napoli, durante il regno della Regina Maria Carolina d’Asburgo-Lorena e Ferdinando IV di Borbone lavorava un “Monsù” (termine napoletano per indicare “monsieur”), chef di origine francese incaricato di cucinare per i reali.
Pare che costui fosse allievo del famoso Marie Antonine Careme Arfagne, l’ideatore della pasta sfoglia. Venne incaricato di realizzare un piatto che deliziasse la regina mentre si trovava a Napoli. Decise di unire ciò che aveva imparato sulla pizza (l’impasto soffice che è alla base delle parigine napoletane) con la pasta sfoglia e farcirlo di prodotti tipici del territorio.
Il risultato piacque molto alla regina, tanto da eleggerlo a piatto preferito. Da questo momento in poi i cuochi napoletani iniziarono a preparare la ricetta “p’a Regina” (in napoletano “per la regina”), che mutò nella parlata italiana in “parigina”.
Ecco quindi svelate le origini delle parigine napoletane, non vi resta che fare un viaggio nel capoluogo campano per assaggiarle o provare a prepararle comodamente a casa.
di Sofia Pettorelli