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Capodanno cinese: usanze a tavola e non solo

Capodanno cinese: usanze a tavola e non solo 

Capodanno cinese: usanze a tavola e non solo 

L’anno del Dragone sta per iniziare, ma come ci si prepara al Capodanno cinese? Scopriamo le origini, le ricette e tutte le usanze della “Festa di Primavera” 

La “Festa di Primavera”, più comunemente conosciuta come Capodanno cinese, nel 2024 si festeggerà il 10 febbraio e darà ufficialmente inizio all’anno del Dragone. Ma qual è l’origine di questa festa? 

Capodanno cinese: origini e tradizioni 

Forse sembrerà strano a noi occidentali, ma usare le parole “primavera” e “Capodanno” nella stessa frase ha decisamente senso quando parliamo del Capodanno cinese. L’uso di questi termini apparentemente “lontani” risiede nel fatto che in Cina le festività tradizionali seguono il cosiddetto calendario agricolo di tipo lunisolare, significa che l’inizio di ciascun mese coincide con ogni “Luna nuova” (o novilunio). E nel caso del Capodanno, la festa coincide sempre con il secondo novilunio dopo il solstizio d’inverno e per questo la data è solitamente compresa tra il 21 gennaio e il 20 febbraio del calendario gregoriano. Per il 2024, il primo giorno dell’anno sarà il 10 febbraio, la Vigilia – ovviamente – il 9 e l’ultimo giorno, quello che chiuderà i festeggiamenti sarà il 24 febbraio.

Oltre alla Cina, questa festività viene celebrata in altri Paesi tra cui il Nepal, il Vietnam, la Malesia, la Corea e la Mongolia e, in generale, in qualsiasi città in cui ci siano delle radicate comunità cinesi. Senza dimenticare Milano, in cui il capodanno cinese è molto sentito e visitare Chinatown durante quei giorni è sicuramente un’esperienza da fare almeno una volta. Nel primo giorno dell’anno, infatti, per le strade di Chinatown si tiene la tradizionale Parata del Drago, una sfilata che prevede esibizioni, danze, acrobazie e un imponente drago di cartapesta che attraversa le vie principali del quartiere cinese. 

Non c’è festività che non abbia alle sue spalle una leggenda e succede anche in questo caso. Secondo la mitologia cinese, infatti, un antico mostro, chiamato Nian – carattere che in cinese si traduce con “anno” – lasciava la sua tana ogni 12 mesi per andare a caccia di esseri umani di cui nutrirsi. E, sempre secondo la leggenda, i rumori forti e il colore rosso erano le uniche opzioni possibili per cercare di salvarsi e non diventare cibo per Nian. È per questo che fuochi d’artificio, festoni e una massiccia presenza del colore rosso sono elementi imprescindibili, senza i quali non si potrebbe mai festeggiare il Capodanno cinese.

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Da questa leggenda deriva anche un’altra usanza tipica, ovvero la Danza del Leone: una sfilata che anima le strade di piccole e grandi città cinesi, in cui i partecipanti cercano di spaventare un manichino – con sembianze prettamente feline – con rumori di qualsiasi tipo, facendo esplodere petardi, per esempio, o sbattendo piatti e pentole. 

Ma come si festeggia oggi il capodanno cinese? Non è cambiato molto dal passato, infatti la festa dura circa 15 giorni e termina con la suggestiva Festa delle Lanterne. Tra le usanze e le superstizioni più comuni per onorare il nuovo anno (e sperare che vada bene) c’è per esempio fare una radicale pulizia della casa. La polvere e lo sporco, infatti, vengono associate al vecchio e quindi eliminare tutto vorrebbe dire lasciarsi alle spalle il passato e accogliere il nuovo, sperando per il meglio. Un’altra usanza che non manca mai è lo scambio dei doni, un po’ come accade per Natale. In questo caso, però, si parla di piccole buste rosse che contengono denaro. E c’è un “ma”: le monete o banconote devono essere presenti rigorosamente in numero pari, purché non sia il 4, perché sia questo numero, sia i numeri dispari vengono associati ai funerali o alla morte e quindi non sarebbero assolutamente di buon auspicio.

Capodanno cinese a tavola: ricette e piatti tipici

Dalle superstizioni passiamo alle ricette, perché si sa che le feste – occidentali od orientali che siano – non sarebbero tali senza le lunghe tavolate in famiglia, i piatti tradizionali da preparare insieme e quei sapori che immergono ancor di più nella cultura di un Paese. Partendo dalla sera della vigilia, per tradizione ci si dovrebbe riunire in famiglia e cenare con un menù rigorosamente a base di pesce e pollo, per motivi prettamente scaramantici. Spesso, infatti, gli stessi nomi delle pietanze contengono al loro interno auguri di buon auspicio per il nuovo anno. Tra quelli che non mancano mai sia nel cenone della vigilia, sia per il Chūyī, letteralmente il “1° giorno” (dell’anno) ci sono: 

    • Jau gok: sono dei ravioli la cui forma è molto simile a quella di un piccolo panzerotto preparati principalmente nella regione del Guangdong, ad Hong Kong, e nelle regioni del Canton. Di solito vengono preparati con una pasta a base di riso glutinoso che racchiude un ripieno di carne, pesce o verdura che cambia in base alla regione di appartenenza. Una volta chiusi i ravioli vengono fritti in un wok. Non mancano mai a Capodanno anche perché la loro forma richiama quella di un lingotto d’oro e mangiarli il primo giorno dell’anno è simbolo di prosperità e buon auspicio. 
    • Jiaozi: un altro tipo di ravioli cinesi, forse i più conosciuti e amati anche dal mondo occidentale, vengono preparati con un impasto fatto semplicemente con acqua e farina e un ripieno a base di carne, pesce o gamberi e verdure, di solito il cavolo cappuccio. Possono essere cotti in brodo, al vapore o saltati alla piastra e la loro forma è simile a quella di un “pacchetto” e del Tael d’oro (moneta cinese) che simboleggia un augurio di buona fortuna per l’anno che verrà. 
  • Involtini primavera: anche questo piatto è un must sulle tavole cinesi in festa. Gli involtini primavera, dal nome decisamente evocativo che richiama, appunto, la Festa di primavera sono simili a dei bastoncini o “lingotti” preparati con fogli di carta di riso e un ripieno a base di verdure saltate da gustare rigorosamente post-frittura. È un piatto che di solito viene servito come antipasto. 
Corso di involtini primavera e frittura cinese su Acadèmia.tv
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  • Nian gao: il nome si traduce letteralmente con “torta dell’anno” anche se questa pietanza richiama un detto cinese che recita “ogni anno sempre più in alto” che si collega con la speranza e l’augurio che ogni anno sia sempre meglio del precedente. Si tratta di una torta a base di riso glutinoso che, a seconda della regione in cui la torta viene preparata, può essere tritato, ammassato insieme fino a formare una pasta oppure sciolto in una formina e cotto una seconda volta per rassodare il composto. 
  • Tang Yuan: niente panettone o pandoro. Secondo la tradizione cinese un dolce che non può e non deve mancare a tavola sono le tipiche polpette dolci di riso. L’esterno viene preparato con una farina di riso glutinoso, l’interno consiste, invece, in un ripieno a base di sesamo nero e arachidi tostate. Vengono cotte per un paio di minuti in acqua bollente ed estratte solo quando salgono a galla. La loro presenza a tavola simboleggia proprio l’importanza di riunirsi in famiglia, soprattutto in occasione di festività importanti come il capodanno cinese. 
  • Baijiu: lo “spirito bianco” cinese, ovvero un distillato a base di cereali (di solito sorgo e riso, ma anche orzo, grano e mais). È un liquore molto pregiato, soprattutto per la sua lavorazione, e delle grandi occasioni, Capodanno incluso. Per tradizione se ne dovrebbe bere un bicchierino a fine pasto, tutto d’un fiato, al grido di gānbēi, cioè “bicchiere asciutto”, sempre per augurare (e augurarsi) un anno nuovo pieno di fortuna. E quindi “cin cin”, anzi, gānbēi all’anno del Dragone! 

di Paola Ragno

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