Storia della pizza fritta
- Storia della pizza fritta
- Tutto ciò che c’è da sapere sulla pizza fritta
- Storia della pizza fritta
- Le versioni della pizza fritta
Non chiamatela panzerotto e non chiamatela “semplice pizza”, la pizza fritta è molto di più.
La pizza fritta, la vera pizza fritta napoletana è un piccolo capolavoro di sapori: ricco di gusto, facile da mangiare e perfetta come protagonista di un pranzo al volo o di un pasto completo seduti con gli amici in un ristorante.
Se avete letto il nostro articolo sullo street food napoletano sicuramente saprete che Napoli è la capitale del gusto e tra le sue strade potrete trovare tantissimi sfizi culinari: dalla pizza a portafoglio al cuoppo. La pizza fritta è solo una, infatti, delle gustose proposte che potrete trovare passeggiando tra i vicoli della città.
Amanti della cucina, se desiderate cimentarvi in una ricetta nuova che lascerà i vostri ospiti a bocca aperta, potete lanciarvi all’avventura e provare a preparare la pizza fritta secondo la nostra ricetta. Con il nostro corso avrete l’occasione di seguire passo-passo ogni step della ricetta della pizza fritta napoletana e riuscirete anche a scoprire qualche piccolo segreto dei nostri mastri pizzaioli.
Dunque, ora che sapete come fare per preparare la migliore pizza fritta del quartiere, scopriamo qual è la storia della pizza fritta e la sua evoluzione.
Storia della pizza fritta
Tutto il mondo sa che la regina di Napoli è la pizza: in qualsiasi versione la assaggerete, compresa nella pizza fritta, saprete di avere tra i denti un pezzo di storia culinaria italiana che ritrae uno spaccato sul tempo in cui è stata inventata e sulla società che c’era a quel tempo.
Facendo un salto nel passato, ci troviamo nel Cinquecento, quando il poeta Giovanni Battista del Tufo elogiava delle croccanti palline di pasta lievitata che venivano fritte e poi cosparse di miele. Parliamo delle zeppolelle che ricordano molto la più comune cicerchiata calabrese, aromatizzata però con arancia.
Una volta inventata la versione dolce, il passo per creare una variante salata con baccalà, pesce azzurro o alici fu molto breve e di questa versione ne parla Ippolito Cavalcanti nel suo libro del 1837 “Cucina teorico-pratica”.
Come ogni altro piatto italiano, anche la storia della pizza fritta napoletana ha origini antiche, che dimostrano ancora una volta la creatività dei cittadini partenopei.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando gli ingredienti per pizza margherita scarseggiavano e i forni a legna erano spenti o erano stati distrutti dai bombardamenti, si decise semplicemente di immergere l’impasto nell’olio bollente in modo che friggesse fino a una perfetta doratura. Se poi se ne aveva la disponibilità, la pizza fritta veniva condita con ingredienti comuni, come ricotta e pomodoro.
Ovviamente questa bontà prese presto piede e iniziò a essere sempre più richiesta.
Non tutti sanno, però, che uno dei nomi con cui la pizza fritta era conosciuta è “a ogge a otto”: il motivo ce lo spiega la talentuosa Sophia Loren nel film “L’oro di Napoli” (diretto da Vittorio De Sica nel 1954). La protagonista, è una venditrice di pizza fritta e mentre vende questo capolavoro culinario appena preparato, grida “Mangi ogge e paghi tra otto giorni”.
Infatti, la pizza fritta veniva spesso comprata a credito a pagata la settimana successiva: questo ci mostra come negli anni del dopoguerra fosse difficile la situazione delle famiglie italiane e come, nonostante questo, i cittadini si adoperassero per aiutarsi a vicenda anche a tavola.
Ben presto la preparazione e la frittura della pizza fritta divenne appannaggio delle sole donne che, mentre i mariti si affaccendavano per realizzare pizze classiche, usavano parti dell’impasto per friggerli e venderli nell’immediato.
Dunque, sappiamo che la storia della pizza fritta risale al Dopoguerra e che inizialmente non aveva farciture o condimenti precisi, oggi però è diverso.
Le versioni della pizza fritta
Tra gli ingredienti più comuni un tempo figurano sicuramente la ricotta, il pomodoro e i ciccioli, pezzettini di grasso di maiale che venivano solitamente scartati e che in questa ricetta consentivano agli abitanti di Napoli di saziarsi anche nei periodi di fame.
Oggi, la pizza fritta è uno scrigno perfetto per contenere qualsiasi elemento: dalle verdure ai formaggi, passando per la passata di pomodoro e i salumi. Di certo, l’ingrediente che non può mancare se siete alla ricerca dei sapori classici della tradizione, è il basilico fresco.
La classica pizza fritta napoletana prevedere un sapiente mix di pomodoro, parmigiano e basilico ma, addentrandovi per i vicoli di Napoli sicuramente potrete comprare versioni di questa delizia con nuovi ingredienti: carne alla genovese prosciutto cotto, formaggi e salumi.
La pizza fritta dai sapori più forti è sicuramente quella che prevede provola, mozzarella e salame.
Insomma, ognuno di noi può sbizzarrirsi e trovare combinazioni di ingredienti gustosi, noi di Acadèmia.tv, però vi consigliamo prima di preparare la variante classica: soddisferà tutti i palati.
di Sofia Pettorelli