Cos’è, come si prepara e come si utilizza in cucina! Scoprilo nel nostro articolo.
La ‘Nduja di Spilinga
La ‘Nduja è certamente uno tra i più famosi, se non il più famoso, prodotto agroalimentari del territorio calabrese e nasce circa intorno al 1800.
All’epoca, la Calabria, era assediato dalle truppe di Napoleone Si pensa quindi che il termine Nduja sia la versione italiana del francese andouille (letteralmente salsiccia a base di frattaglie di maiale).
Prodotta principalmente a Spilinga, un piccolo borgo in provincia di Vibo Valencia, si tratta sostanzialmente di un insaccato tradizionale realizzato con le parti più grasse della carne del maiale, tra cui guanciale, pancetta, lardello e coscia, tutti ingredienti che conferiscono la tipica consistenza cremosa, e insaporito con peperoncino piccante calabrese.
Nato in origine come piatto povero e di recupero, per cui venivano impiegati gli scarti delle carni del maiale, la ‘Nduja ha poi conquistato il mercato nazionale e internazionale.
Ma come si prepara?
Per preparare la ‘Nduja, le carni del maiale vengono dapprima tritate e amalgamate con peperoncino piccante in un rapporto di 70% di carne e di 30% di peperoncino oltre a del sale.
Successivamente l’impasto viene inserito nel budello del maiale e sottoposto ad un’affumicatura leggera con legno di quercia, faggio, o ulivo che conferiscono poi una sfumatura aromatica.
La stagionatura della ‘Nduja varia poi da 3 a 6 mesi e questa può poi essere commercializzata sia come insaccato classico che lavorata con olio e conservata in vasetti sotto forma di crema spalmabile (la forma più comune in cui oggigiorno viene commercializzata l’nduja e che, per la comodità ne ha anche permesso una più rapida diffusione).
Per conservare la ‘Nduja dopo averla acquistata invece, il suggerimento è quello di mantenerla in frigorifero nel suo stesso budello per un tempo massimo di 3-4 giorni.
Usi e impieghi
Il successo della ‘Nduja si deve sicuramente anche alla sua straordinaria versatilità e in considerazione del fatto che ha una grande capacità di aggiungere sapore e intensità alle pietanze.
Questo insaccato morbido infatti si presta benissimo ad essere utilizzato come antipasto, spalmato su dei croccanti crostini di pane, come vuole la tradizione, ma è perfetto anche per essere aggiunto a sughi gustosi e ragù che condiscono la pasta, ai risotti e naturalmente anche sulla pizza. Tipicissimi del meridione sono anche gli arancini con ripieno di riso, ‘Nduja e mozzarella filante.
In maniera originale la ‘Nduja può anche essere utilizzato per arricchire il ripieno delle polpette di carne e perché no, anche come insaccato alternativo all’interno di una piadina.
Essendo un “esaltatore di sapori” si abbina comunque perfettamente anche a legumi, verdura, uova, formaggi tipo gorgonzola e caciocavallo.
Per i palati più sofisticati, per cui anche la scelta del beverage non è di poco conto, il miglior compagno dell’nduja è il vino rosso.
La scelta più saggia è quella di abbinarne uno per “contrapposizione”, quindi optando per un rosso che contrasti la marcata piccantezza e ammorbidisca il sapore dell’insaccato come per esempio un Cirò Marina, un Cerasuolo o un autoctono Magliocco calabrese.
Vuoi conoscere le ricette con la ‘Nduja? Scopri il nostro corso su Acadèmia.tv, realizzato in collaborazione con Artigiano in Fiera con lo chef Cristian Spagnoli, volto a valorizzare la ‘Nduja attraverso la preparazione di quattro ricette, dall’antipasto al dolce!
di Camilla Rocca