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10 birre da conoscere se non sei un esperto

Dalla blanche alla weiss, passando per la IPA e la APA: ecco le 10 birre da conoscere e provare se sei un* beginner 

La birrificazione artigianale sta vivendo il suo momento di gloria. Negli ultimi anni la birra sta diventando una bevanda alcolica di prestigio e innovativa, al pari del vino. Entrambi, infatti, sono prodotti enogastronomici che spesso muovono i turisti curiosi di toccare con mano (o bere) la produzione artigianale italiana.

Non tutti però conoscono le diverse sfumature che la birra può avere, soprattutto se prodotta artigianalmente. Se sei un inespert* di questa bevanda e pensi siano tutte più o meno amare, beh, è arrivato il momento di ricredersi.

In questo articolo ti raccontiamo le 10 birre che dovresti provare se il mondo della birra ti incuriosisce ma non sai proprio da dove iniziare!

  • Blanche 

Conosciuta anche come Wit o Witbier, questa varietà di birra è originaria del nord Europa, Belgio e Olanda. Il termine francese blanche è un evidente richiamo al suo colore chiaro, mentre la sua lieve opacità è dovuta alla presenza di lieviti in sospensione.

Il suo sapore è fresco e speziato, tant’è che tra gli ingredienti figurano anche la scorza d’arancia e il coriandolo. Questa birra presenta delle note agrumate e alla fine lascia in bocca un lieve retrogusto amaro. Non sono presenti sentori di luppolo e questa caratteristica rende la birra bianca adatta anche ai “novellini” o a chi è alle prime armi in fatto di birra.

In generale è molto leggera e dissetante ed è la scelta perfetta per rinfrescarsi nelle calde sere d’estate. A tavola, invece, è perfetta in abbinamento a piatti ad antipasti di mare o tapas di pesce – per esempio – oppure semplici insalate

  • Weiss 

In Italia è conosciuta come Weiss anche se il termine corretto è Weizenbier ovvero “birra di frumento” in tedesco. Questa tipologia di birra è molto diffusa in Germania, soprattutto in Baviera, ed è caratterizzata da un sapore che tende quasi al dolce e una cremosità evidente anche dalla schiuma di un bianco latte intenso. La differenza principale con una blanche è l’assenza di note aromatiche o speziate.

In base al livello di purezza, filtrazione, colore o grado alcolico le weiss si possono suddividere in diverse categorie: hefeweizen, kristallweizen, dunkelweizen, weizenstarkbier, weizenbock e Leichtes Weizen.

A cosa abbinarle? La particolare freschezza e la punta di acidità rendono questa birra perfetta in abbinamento a piatti di carne – anche piccanti -, formaggi freschi o grassi ma anche frutta, per esempio il cocomero. 

  • American Pale Ale (APA)

Il nome di questa birra ne racconta letteralmente la storia. “American” fa riferimento al fatto che è nata negli USA per merito di alcuni produttori che hanno avuto la lungimiranza di produrre birra utilizzando luppoli statunitensi. “Pale” è un richiamo al suo colore con tonalità ambrate e infine “Ale” si riferisce all’utilizzo di lieviti ad alta fermentazione nel processo di produzione.

Le birre APA sono la scelta perfetta per chi ama bevande più aromatiche, agrumate (in questo caso pompelmo e arancia) e con sentori del luppolo e malto che smorza e bilancia l’amarezza finale. Inoltre sono molto versatili a tavola e per questo si abbinano bene a piatti grassi, piccanti o fortemente erbacei o aromatici. Un esempio? Arrosti, patate al forno o fritte, burgers oppure semplici insalate.

  • IPA

Passiamo a un altro acronimo: IPA. In questo caso parliamo di India Pale Ale e di una birra prodotta con lieviti ad alta fermentazione. Le sue origini sono britanniche: sembra che i coloni inglesi l’abbiano scoperta cercando una birra che potesse resistere ai lunghi viaggi verso l’India, senza deteriorarsi.

La IPA si distingue per un sapore molto intenso, un aroma quasi floreale e un colore dorato che spesso presenta sfumature ambrate.

Anche questa tipologia è molto versatile a tavola: si abbina perfettamente ad affettati piccanti, formaggi freschi e stagionati, ma anche a secondi di carne e di pesce e con la pizza marinara. Da non sottovalutare anche l’abbinamento con la cucina orientale ed etnica (più speziata e piccante) e ai dessert. È perfetta, per esempio, con la torta al cioccolato, biscotti speziati o un semplice crostata al cioccolato o marmellata.  

  • Porter 

Anche questa varietà sembra nata in Inghilterra ma la particolarità delle Porter è che sono state le prime birre scure invecchiate dallo stesso maestro birraio e produttore.

Il colore di queste birre è molto scuro (un marrone quasi nero) e anche il sapore è molto complesso: un aroma di noci, cioccolato e affumicato si mischia a sentori di caffè, frutta e spezie o – spesso – anche liquirizia e caramello. Le Porter sono birre meno alcoliche e più morbide al palato, per questo sono perfette da gustare in inverno magari abbinate a piatti ricchi di carni o formaggi stagionati oppure con un dessert al cioccolato. 

  • Pilsener  

La Pilsener o Pilsner (o abbreviato Pils) nasce nella città ceca di Plzeň, nella regione della Boemia. Oggi il suo nome, oltre a essere un richiamo alle sue origini, identifica una tipologia di birra molto fresca e dal sapore equilibrato. Il suo colore può variare tra un giallo paglierino e un dorato mentre al palato si presenta pulita, fresca e a volte erbacea o floreale. È una birra leggera, ideale per rinfrescarsi durante le caldissime serate estive.

La Pils è un esempio perfetto di birra in stile Lager, ovvero prodotta attraverso un processo di fermentazione a bassa temperatura. A tavola è più che versatile: si sposa perfettamente con insalate, zuppe, piatti a base di carne e pesce e persino alle pizze

  • Belgian Strong Ale 

La caratteristica delle birre che appartengono a questa categoria è il ricco sentore di malto e lieviti e un sapore di luppolo quasi inesistente. Tra le diverse tipologie ci sono la Dubbel, la Tripel, la Belgian Strong Golden Ale e la Belgian Strong Dark Ale.

Sono tutte birre complesse, molto aromatiche e speziate che, per queste loro caratteristiche, si adattano a un consumo più invernale e natalizio.

Nelle varianti golden l’aroma può richiamare note di malto, miele e agrumi; nelle versioni ambrate le note sono più caramellate, con richiami a biscotti e frutta secca. Nelle versioni più dark, invece, sono evidenti i sentori di liquirizia, prugna e uvetta.

Con cosa abbinarle? Sicuramente arrosti, cibi affumicati, pizza, salumi e formaggi stagionati.

  • Bock 

Le Bock sono birre in stile Lager che si caratterizzano per la loro robustezza e un forte sentore di malto. La loro origine è legata alla città tedesca di Einbeck.

In passato queste birre erano prettamente scure, oggi è più facile trovare Bock di un colore più ambrato o chiaro.

In bocca l’aroma di luppolo è quasi inesistente o molto basso, mentre è più facile percepire un sapore di cereale tostato, spezie, o note erbacee e floreali. La Bock è una birra prodotta a bassa fermentazione e oltre alla variante tradizionale è importante citare anche la Doppelbock, la Maibock (Helles) e la Eisbock.

Food pairing: spiedini di carne mista, porchetta o pizza (possibilmente rossa). 

  • Stout 

Stout” in inglese significa tenace, robusto. In riferimento alla birra questo aggettivo è perfetto per descrivere il suo sapore forte, corposo e allo stesso tempo la sua consistenza cremosa.

Il colore delle birre in stile Stout – ad alta fermentazione – è un marrone scuro che in alcuni casi tende al nero. Parlando di aromi, prevalgono il caffè, il cacao, la liquirizia.

Ne esistono diverse tipologie, la più famosa è sicuramente lo stile Stout irlandese. Una birra inventata attorno al XVIII secolo dalla storica fabbrica di birra dublinese Guinness. Altri sottostili sono: Sweet Stout, Milk Stout, Oyster Stout, Chocolate Stout, Dry Stout, Imperial Stout, Oatmeal Stout.

A tavola la birra Stout si abbina benissimo a formaggi molto saporiti, ad esempio gorgonzola o cheddar. Sì ai piatti di carne arrosto o alle grigliate e ai dessert a base di cioccolato fondente, caramello o caffè.  

  • Trappista 

Il termine “trappista” identifica tutte le birre prodotte sotto il controllo dei monaci cosiddetti trappisti all’interno del loro monastero. Non solo, è importante che il ricavato delle vendite di queste birre venga utilizzato solo per opere benefiche o per il sostentamento degli stessi monaci e non per puro profitto. Dei 176 monaci trappisti nel mondo solo 13 sono autorizzati a produrre birra ed etichettare le bottiglie con un logo che ne garantisce l’autenticità.

In genere queste birre sono prodotte in alta fermentazione ma hanno un rigido disciplinare da rispettare.

di Paola Ragno

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