Perché si chiamano così? Ripercorriamo la storia!
La torta mimosa
Forse una delle icone dolci della cucina italiana: la torta mimosa.
Soffice, delicata, cremosa, dal colore tipicamente giallo paglierino, il suo nome si deve al fatto che spesso, la sua realizzazione nonché il suo consumo sono spesso ricollegati alla festa della donna e al fiore che tipicamente viene regalato durante questa ricorrenza.
Origini del dolce
La ricetta della torta mimosa fu ideata negli anni ‘50 del ‘900 da Adelmo Renzi, un cuoco originario di San Filippo di Contigliano, all’epoca titolare di un ristorante nella città di Rieti.
Dalla sua creazione però, passarono alcuni anni prima che questo dolce divenisse popolare.
Fu infatti solo nel 1962, quando Adelmo Renzi partecipò ad un concorso di pasticceria, specialità torte, nella città di Sanremo, che la mimosa divenne famosa aggiudicandosi il primo premio al concorso.
La ricetta originale della mimosa, quella utilizzata da Renzi, non fu mai svelata, ma ciò nonostante la sua diffusione è stata comunque capillare in tutta Italia.
L’accostamento del dolce al fiore della mimosa, si lega al suo aspetto che è il risultato dell’impiego di pezzetti di Pan di Spagna disposti sulla torta a ricordare appunto la forma della mimosa.
Preparazione
Per preparare la mimosa, una fetta di Pan di Spagna va tagliata orizzontalmente e deve essere svuotata internamente in modo da essere poi opportunamente sbriciolata per creare l’effetto mimosa.
Il Pan di Spagna può essere bagnato con liquori dolci, come Marsala o maraschino, ma anche con un succo come quello all’ananas.
Per la farcitura, invece, si utilizza la crema pasticciera con eventuale aggiunta di panna montata o confettura.
Mimosa cocktail
Quando si dice mimosa, tuttavia, non si dice solo torta, bensì anche cocktail.
Anche se forse quest’ultimo risulta essere meno popolare della sua omonima, è davvero molto amato in tutto il mondo per il suo essere molto fresco e leggero.
Il Mimosa vero e proprio fu inventato da un Barman del Ritz Hotel di Parigi nel 1925 che scelse di dare a questo cocktail il nome del fiore giallo poiché ne ricordava il colore dovuto all’impiego del succo d’arancia stemperato nella tonalità dall’uso del prosecco.
In realtà, già qualche anno prima, in un hotel di Londra, era nato un drink molto simile al Mimosa chiamato Buck’s Fizz che però si differenzia dal primo per una percentuale inferiore di prosecco al suo interno.
Appartenendo alla categoria dei medium drink, il Mimosa, è molto diffuso sia come aperitivo, soprattutto in Italia, sia come beverage dei brunch domenicali oltreoceano dove si presenta come l’alternativa frizzante ed alcolica al classico succo di arancia.
Realizzarlo è semplicissimo.
E’ infatti sufficiente spremere circa mezza arancia, versarne il succo in un flute e aggiungere dello spumante Brut ben fresco (una proporzione di 75 ml per 75 ml circa).
Per completare? Una fettina d’arancia come decorazione e il vostro drink è pronto da bere!
di Camilla Rocca