- La storia e le caratteristiche di una delle bevande più famose del mondo!
Il caffè: storia e caratteristiche
Storia del caffè
Le caratteristiche del caffè
- Riti e tradizioni legate al caffè
In Italia
In Svezia
In Turchia
In Austria
In Vietnam
In Colombia
In Brasile
In Etiopia
Espresso, macchiato, con schiuma, con panna, decaffeinato, lungo, doppio, americano, shakerato, cappuccino… le opzioni che per chi ama il caffè sono moltissime e spesso non ci si accorge che un gesto semplice come berne una tazzina a casa o al bar è in realtà un rito che fa parte della nostra cultura e società.
Quali sono i riti e le tradizioni legate al caffè?
Se avete mai sorseggiato il caffè turco, quello americano o quello napoletano, ad esempio, saprete che nonostante l’ingrediente di base sia lo stesso, il gusto finale è completamente diverso.
Nei secoli il caffè è diventato un elemento fondamentale di molte culture (pensiamo a quanto è rinomato quello colombiano, ad esempio), imponendosi spesso come rito tradizionale.
Il caffè: storia e caratteristiche
Qual è la storia del caffè? Quali sono le caratteristiche che contraddistinguono le diverse varietà di questa bevanda?
Come per tutti gli alimenti che sono sulle nostre tavole da sempre, anche la storia del caffè è avvolta nel mistero. Si pensa che fosse già conosciuto e consumato nel 900 d.C dato che gli archeologi hanno ritrovato alcuni scritti che riportano l’uso di una medicina a base di chicchi di caffè.
Tra le sabbie del deserto si tramanda la leggenda che il caffè sia stato scoperto da un pastore etiope. Portando al pascolo le sue capre, notò che queste riprendevano forza e vigore dopo aver mangiato certe bacche di colore rosso; provò ad assaggiarle anche lui, scoprendone non solo il sapore amaro, ma anche l’effetto energizzante.
Storia del caffè
Il caffè approdò in Europa, a Malta, durante il Medioevo; divenne presto sempre più famoso, tanto da essere esportato sulla terraferma. A La Valletta, gli schiavi turchi imprigionati nel 1565 preparavano la loro bevanda tradizionale, “una polvere simile al tabacco da fiuto, con acqua e zucchero”, come dice Gustav Sommerfeldt.
Abbiamo, però, informazioni più precise sull’origine del caffè e sulla sua preparazione grazie agli scritti di un certo Adb al-Qadir al-Jaziri che, nel 1587, ne raccontò la storia.
Originari di Kaffa, i chicchi, vennero introdotti prima in Yemen e poi esportati dal porto di Mokha (città da cui Alfonso Bialetti prenderà spunto per dare il nome alla sua caffettiera Moka) nel resto dell’Africa.
Ne abbiamo menzione anche in Egitto, Siria e nel resto del mondo arabo; nel 1511 gli imam lo proibirono a causa del suo effetto eccitante; una decisione che venne ribaltata dal sultano ottomano Solimano il Magnifico nel 1524. Anche alcuni papi tentarono di proibirlo, ma non ottennero alcun effetto.
Gli scambi commerciali del tempo portano il caffè un po’ ovunque nel mondo allora conosciuto, anche a Venezia e da qui, nel resto d’Italia.
Le caratteristiche del caffè
Il caffè come noi lo conosciamo si ottiene dalla torrefazione dei semi della pianta del caffè. Dalla loro tostatura e successiva macinazione si ricava la bevanda che tanto amiamo. Ne esistono diverse tipologie che si differenziano per sapore, retrogusto e aroma ma, tutte, hanno caratteristiche simili: stimola il sistema nervoso centrale, riducendo il sonno e aumentando l’energia che percepiamo. Ha quindi effetti eccitanti a livello psicologico e nervoso, inoltre, favorisce la secrezione gastrica favorendo la digestione.
La tollerabilità di questa bevanda varia da persona a persona, è quindi del tutto normale che alcune persone bevano un espresso dopo cena senza che questo interferisca con il loro sonno.
Diversi tipi di caffè
Sono almeno 60 le specie di piante di caffè che si possono trovare in tutto il mondo, ma solo quelle della pianta coffea sono utilizzabili per produrre chicchi effettivamente commerciabili. Ogni pianta ha caratteristiche uniche, dovute al clima e alla temperatura a cui le drupe (le bacche) sono sottoposte; inoltre anche la lavorazione del singolo chicco può dare una sfumatura di sapore e aroma al prodotto finale.
Tra tutte le varietà esistenti, l’arabica, la robusta, la liberica e la excelsa sono sicuramente le più rinomate e famose.
Oggi la maggior parte del caffè è prodotto nella zona dell’Equatore, attorno alla fascia tropicale di stati come Brasile e Colombia e in secondo posto si affermano quelli più forti provenienti dall’Africa e dall’India.
Arabica
L’arabica ha un gusto aromatico e consistenza corposa. I frutti sono simili a piccole ciliegie rosse e i chicchi hanno una forma allungata e appiattita. È doveroso però ricordare che dell’Arabica esistono diverse sottospecie, come quella Santos, tipica della regione di San Paolo, che ha il colore del cioccolato e una consistenza densa al palato. Dalla Costa Rica invece viene un caffè con un sentore di noce e dall’India si produce la qualità Mysore che ha un aroma di caffè molto marcato e pulito.
La torrefazione del caffè arabico è lenta e caratterizzata da una tostatura scura: elementi questi che danno vita a un prodotto finale poco amaro e dal gusto più delicato di altre varietà ma più intenso come aroma e profumo.
Liberica
Questa particolare tipologia di caffè proviene dalle foreste della Liberia e della Costa d’Avorio, è caratterizzata da chicchi più grandi e richiede molta acqua per crescere e temperature più alte per ottenere una tostatura adeguata.
Il caffè che si ottiene è molto profumato, con un retrogusto che ricorda la noce moscata.
Una particolarità sta nel fatto che di questa pianta si utilizzano anche i fiori, particolarmente amati in oriente perché essiccati e consumati come infusi aromatici.
Robusta
Robusta invece è una tipologia di caffè adatta a chi ama i sapori intensi e decisi, con un retrogusto legnoso e speziato. È una pianta coltivata nella fascia dei Tropici e in Asia Sudorientale. È caratterizzata da una più alta concentrazione di caffeina e quindi risulta più forte e amara rispetto ad altre miscele.
Excelsa
L’ultima tipologia è l’Excelsa, scoperta in Africa all’inizio del ‘900: assomiglia per semi e grandezza alla pianta della Robusta, mentre per la forma delle foglie sembra la Liberica: il prodotto è un caffè dal profumo gradevole e delicato, simile a quello dell’Arabica.
Oltre alla varietà della pianta, ad incidere sul gusto finale è anche la lavorazione dei chicchi. Una tostatura che lascia i chicchi più scuri crea un caffè dal gusto più forte; mentre i chicchi più chiari sono tipici di una miscela più leggera e dolce.
Riti e tradizioni legate al caffè
Il rito del caffè per noi italiani è una cosa seria: è la vera chiusura di un pasto, è un piccolo piacere che denota una pausa dal lavoro, è una tazzina da condividere con gli amici e la famiglia. È più di un semplice sorso dal sapore amaro o zuccherato.
Il caffè è una tradizione che percorre in lungo in largo diversi Paesi, diventando in ognuno un momento speciale che caratterizza la singola cultura.
In Italia
In Italia sono due le città di cui vale la pena parlare: Napoli e sicuramente Venezia, primo luogo che ha (secondo la leggenda) conosciuto questa bevanda. Sempre qui, in Piazza San Marco venne fondata la più antica Bottega del Caffè d’Europa che divenne così famosa da aprire la strada ad altre 70 caffetterie, tra cui anche il Caffè Florian dove, pare, che venne servita l’ultima tazzina di caffè a Casanova, prima che lasciasse la città.
Come non menzionare il caffè napoletano? Importato verso la metà del ‘700, la bevanda era conosciuta da tempo ma, dato il suo colore scuro, era associato al diavolo e non particolarmente amato. Eppure, tutto cambiò quando nel 1771 venne imbandito un banchetto alla reggia di Caserta con caffè e cornetti (vi ricordate dei cornetti? Ne abbiamo parlato qui): un’accoppiata così famosa che in città non si poté più fare a meno di gustare il caffè tra una via e l’altra della città.
Piccolo consiglio: quando ordinate il caffè a Napoli, attenzione alla tazzina perché è bollente!
In Svezia
In Svezia esiste una parola per indicare una pausa con caffè e un piccolo dolce di panetteria, “fika”. È un fenomeno sociale, un momento di relax che ci si concede in tutti i luoghi di lavoro per socializzare con i colleghi e capi. Il loro, però, è molto diverso dal nostro espresso: è una tazza di caffè filtrato, scuro e non zuccherato.
In Turchia
In Turchia il caffè è una cosa seria, tanto da essere considerato “patrimonio immateriale dell’umanità”. Consumato fin dai tempi dei sultani, il Turk Kahvesi, è un rito di convivialità e accoglienza, tanto che viene offerto agli ospiti e non è raro trovare per la strade di Istanbul venditori ambulanti di caffè che preparano la bevanda calda secondo l’antico metodo di scaldare la caffettiera nella sabbia bollente.
Inoltre, al Turk Kahvesi è legato anche un rituale matrimoniale. Il pretendente si presentava a casa della famiglia dell’amata per chiederne la mano e, secondo la tradizione veniva servito il caffè a tutti. Tutte le tazzine erano zuccherate, tranne quella dell’aspirante sposo, in cui veniva messo del sale. L’uomo doveva bere l’orrida bevanda senza lamentarsi, per dimostrare determinazione e pazienza.
In Austria
Chi proprio non ama i sapori forti e amari sono gli austriaci. Alla corte asburgica fu Franz Koltschitzky ad accorgersi della bontà della bevanda e cercare di introdurla tra i suoi connazionali: aprì quindi la una bottega in cui veniva servito il “vino d’Arabia” che, però, era troppo amaro per i palati del creatori della Sacher Torte. Quindi, per ovviare al problema si decise di aggiungere latte e miele al tutto, creando il “Wiener Melange”.
In Vietnam
Anche in Vietnam il caffè è un rito da non sottovalutare, talmente seria che è stato aperto il World Coffee Museum, in cui si racconta l’arte della preparazione del tipico caffè vietnamita.
Con caratteristiche note aromatiche, viene preparato con burro di cacao e zucchero che sono aggiunti direttamente durante la tostatura, una particolarità che dona al tutto un gusto sorprendentemente diverso rispetto a quello a cui siamo abituati. Viene servito con latte condensato, ghiaccio o yogurt.
In Colombia
Capitale del caffè è sicuramente la Colombia, dove se ne possono trovare fino a 14 diverse varietà. Qui il caffè è un rito irrinunciabile, caratteristico delle popolazioni indigene e legato ad antiche tradizioni che ormai si perdono nel mistero e che riemergono in modo quasi magico quando si sorseggia il caffè colombiano.
In Brasile
In Brasile si beve una bibita saporita e alcoolica, a base di caffè, latte, cacao e liquore: un momento di relax che accomuna tutto il Paese. A San Paolo si trova anche il Palàcio da Bolsa Oficial do cafè dove si ripercorre la storia della produzione del cafè e le sue origini. A questo proposito, è curioso scoprire che la leggenda vuole che i chicchi siano arrivati in Brasile per conquistare una donna. Nel Settecento un diplomatico portoghese con sede in Brasile cercò di conquistare la sua innamorata facendole recapitare un mazzo di fiori all’interno del quale si trovavano anche fiori della pianta.
In Etiopia
Torniamo alle origini e all’Etiopia: qui sembra che sia stato scoperto per la prima volta il caffè. Ancora oggi è legato alla vita pastorale, ma anche alle singole culture e cerimonie tradizionali: i chicchi di caffè non vengono solo consumati in infusione o sgranocchiati, ma anche tostati e bruciati insieme all’incenso e serviti poi all’interno di tazze dai colori accesi tipici di questa terra.
Appare chiaro che, ovunque lo si beva e in qualsiasi modo lo si gusti, il caffè è un rito unico che accomuna ogni popolo.
di Sofia Pettorelli