Come per il Natale, ci sono piatti che non possono mancare per festeggiare!
- Spaghetti alle vongole
- Ravioli del Plin
- Tortellini in brodo
- Lasagne
- Bollito
- Baccalà fritto
- Struffoli
- Panettone
- Frutta portafortuna
- Cotechino e lenticchie
A pochi giorni dalla fine del 2022 c’è già chi pensa al 2023 e al menù per il cenone di San Silvestro o il pranzo del primo dell’anno. Come per il Natale, ci sono piatti che non possono mancare per festeggiare l’arrivo del Nuovo Anno: ve ne raccontiamo alcuni nel nostro Giro d’Italia gastronomico!
Spaghetti alle vongole
Partiamo dalla Campania con gli spaghetti alle vongole, un piatto conosciuto da tutti ma diffuso soprattutto in questa regione. Il pesce è un ingrediente molto comune in questo periodo dell’anno anche grazie al suo valore simbolico: essendo benaugurante, mangiarlo a inizio anno potrebbe davvero essere di buon auspicio per i mesi a venire. La ricetta può sembrare scontata, ma attenzione alle vongole (vanno lasciate rigorosamente con il guscio) e al giusto equilibrio fra tutti gli aromi.
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Ravioli del plin
Ci spostiamo in Piemonte, nello specifico nella zona delle Langhe e del Monferrato, con i ravioli (o Agnolotti) del Plin. È un piatto di origini povere nato come piatto “del recupero” per consumare gli avanzi di carne, infatti il ripieno tipico di questa pasta fresca all’uovo è proprio a base di carne e verdure. In passato venivano consumati senza condimenti, oggi possono essere serviti, per esempio, con del sugo d’arrosto o semplicemente saltati nel burro.
Tortellini in brodo
Non troppo lontano dal Piemonte, in Emilia-Romagna, c’è un altro piatto che non manca mai nei festeggiamenti di Capodanno: i tortellini in brodo. I meriti, secondo la leggenda, sono di un locandiere che creò il tortellino ispirandosi alla forma dell’ombelico di una Marchesina intravisto mentre spiava da un buco della serratura. La tradizione vuole che vengano serviti rigorosamente in brodo, possibilmente di cappone, ma come spesso accade ci sono delle varianti, ovvero il ragù o la vellutata di lenticchie.
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Lasagne
Rimaniamo in Emilia per parlare delle lasagne, un simbolo della gastronomia italiana anche all’estero. La versione con besciamella e ragù è quella tradizionale, spesso proposta sia il 25 dicembre sia il primo dell’anno (e preparata nel corso sulla pasta fresca all’uovo di Igles Corelli a cui potete iscrivervi cliccando qui!).
È un piatto che diventa “regionale” e a volte cambia nome, per via delle diverse interpretazioni della farcitura e dei condimenti: in Molise, per esempio, vengono servite in brodo, nelle Marche diventano “vincisgrassi”; senza dimenticare le farciture a base di spinaci e salmone o radicchio e prosciutto.
Bollito
È un secondo piatto tipico della Pianura Padana a base di vari tagli di carne bolliti, accompagnati da verdure bollite insieme alla carne o salse e contorni tra cui puré di patate e mostarda. Il “Gran bollito misto alla piemontese” è sicuramente uno dei più famosi e la ricetta prevede 7 tagli principali di manzo cotti in una pentola più grande, 7 “ammennicoli”, tagli di carne più piccoli da cuocere separatamente, 5 salse (tra cui il tipico bagnet verd), 3 contorni a base di verdure ripassate al burro e 4 a base di verdure lessate.
Baccalà fritto
Torniamo a parlare di pesce con una varietà che, dopo il salmone, regna sulle tavole delle festività di dicembre. Il baccalà è un pesce povero che in questo periodo dell’anno si mangia soprattutto fritto. Nel Lazio viene fritto in pastella e servito con verdure, anch’esse fritte; a Modena è tipica la ricetta delle “frittelle di baccalà” mentre in Sicilia, ad Augusta, il baccalà viene prima mescolato con pomodori secchi e cipolla, poi pastellato, fritto e servito con i peperoni essiccati, anche detti “pipi sicchi”.
Su Acadèmia.tv, invece, trovate la ricetta campana delle zeppolette di baccalà preparate da Carmela Abbate. Curiosi? Basta un clic qui!
Struffoli
Per rimanere in tema fritto e cucina napoletana si passa ai dolci con gli struffoli. Le piccole palline di pasta fritte nell’olio o nello strutto vengono ricoperte di miele per poi essere disposte nel piatto da portata con la forma tipica di una ciambella. Alla fine, come guarnizione, vengono aggiunti zuccherini colorati o della frutta candita. Nonostante la paternità partenopea della ricetta, esistono varianti diverse soprattutto nell’Italia centro-meridionale, anche se sembra che questo dolce fosse già conosciuto dagli antichi Greci e che siano stati proprio loro a portarlo in Italia.
Panettone
È il Re dei lievitati natalizi ma la sua presenza in tavola è una garanzia anche a Capodanno. Con il Panettone ci spostiamo in Lombardia, precisamente a Milano, dove già da fine novembre si fa a gara per conquistare il miglior panettone della città. Oggi è un po’ diventata un’impresa, viste le tantissime varianti e interpretazioni proposte da pasticcerie, panetterie e dalla grande distribuzione. L’intramontabile versione classica, con uvetta e frutta candita, rimane la preferita di tanti italiani. In questo caso la ricetta deve rispettare il rigoroso disciplinare che ne regola la produzione.
Su Acadèmia.tv il maestro Vincenzo Santoro vi svela tutti i segreti per prepararlo perfettamente anche a casa. Qui il corso!
Frutta portafortuna
Tra i frutti più consumati in Italia a Capodanno c’è sicuramente la melagrana. In passato era simbolo di ricchezza e fertilità e oggi consumarlo nella notte di San Silvestro sembra di buon auspicio per il nuovo anno. Secondo la tradizione, avere questo frutto a tavola porterebbe fortuna e infatti spesso viene posizionato e utilizzato anche solo come decorazione. In cucina, invece, si utilizza come ingrediente nella preparazione di insalate, per aromatizzare creme o sciroppi da usare nelle ricette dolci o per preparare un coloratissimo risotto.
Cotechino e lenticchie
Torniamo in Emilia Romagna per concludere il nostro elenco con un’altra tipicità delle Feste: il cotechino (o zampone). Nonostante i numerosi tentativi dei Consorzi di tutela di Zampone e Cotechino di “sdoganare” questo alimento e non legarlo solo a questo periodo dell’anno, viene consumato principalmente a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno. Maiale e lenticchie sono entrambi simbolo di prosperità e guadagno ed è per questo che sono il fine pasto obbligatorio per sperare in un nuovo anno più ricco e propizio.
di Paola Ragno