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cosa mangiare nei paesi nordici

Cosa mangiare nei Paesi nordici: viaggio alla scoperta dei gusti del Nord

Aurore boreali, vulcani in esplosione, fiordi e foreste infinite, oltre ai paesaggi i Norvegia, Finlandia, Islanda hanno molto da offrire! Potreste ad esempio scoprire che mangiare nei Paesi Nordici è un’avventura ricca di sorprese!

Ogni Paese ha una storia culinaria e chi ama viaggiare e mangiare lo sa bene: che siate tra i vicoli di Napoli alla scoperto dello street food o che abbiate appena assaggiato i piatti della cucina thailandese o che stiate per scoprire cosa mangiare nei Paesi nordici, ogni luogo ha una propria storia del gusto mostrare e noi di Académia.tv non vediamo l’ora di far viaggiare le papille gustative!

La cucina nordica è frutto di un legame profondo tra uomo e natura. Qui la bella stagione è breve e l’inverno è rigido, ecco perché i rapporti sono limitati e caccia e pesca sono state per decenni parte delle necessità quotidiane delle persone.

Oggi tutto è diverso: la New Nordic Cuisine ha trovato un modo per rielaborare i prodotti delle terre del Nord nobilitandoli ancora di più. Forse non è un caso che in Danimarca ci sono due tra i ristoranti stellati più famosi al mondo: Noma e Alchemist.

Dunque, per capire la qualità dei cibi che si possono mangiare nei Paesi nordici è importante considerare che qui tutto è un mix di:

  • ingredienti locali
  • tecniche di conservazione (come affumicatura, essiccazione e fermentazione)
  • rispetto della stagionalità

Cosa mangiare nei Paesi nordici

Ogni Paese del Nord ha la propria identità gastronomica.

In ognuno di questi luoghi troviamo sapori inaspettati perché, come abbiamo anticipato, mangiare nei Paesi nordici significa essere testimoni della capacità degli chef di trasformare ingredienti semplici in piatti complessi.

Il pane di segale è quasi onnipresente: scuro, compatto, con aroma intenso e un sapore leggermente acidulato che si sposa perfettamente con burro salato e formaggi stagionati, ma anche marmellate aspre al rabarbaro.

Zuppe e stufati sono i protagonisti dei mesi freddi: in Svezia è famosa la zuppa di piselli gialla, arricchita da senape e servita con carne di maiale. In Finlandia non si può dire di no alla zuppa di salmone e in Norvegia lo stufato di agnello con cavolo è uno dei piatti autunnali d’eccellenza. In Islanda, invece, è da provare la zuppa di aragosta islandese (humarsúpa), cremosa e leggermente dolce.

La carne di renna è molto comune in Finlandia e Svezia e viene servita con bacche rosse e purè di patate. Tra i pesci, i re delle pescherie sono sicuramente: salmone, trota e aringa. E tutti possono essere consumati marinati, affumicati, al forno o crudi.

E cosa dire dei dolci nordici? Sappiamo che la Danimarca gode di grandissima fama in questo settore, ma anche gli altri Stati non scherzano!

Se state organizzando un viaggio nel profondo Nord, siamo sicuri che vi lascerete conquistare dai dolci alla cannella, torte ai frutti di bosco, e il risgrøt, un porridge di riso dolce servito con burro, zucchero e cannella. Non potrete dire di no neppure ai semla (panini dolci farciti con pasta di mandorle e panna), ai kanelbullar (girelle alla cannella).

Insomma, cosa possiamo mangiare nei Paesi nordici?

Piatti tradizionali dell’Islanda

L’Islanda sorprende con una cucina forte, essenziale e profondamente legata alla sua terra selvaggia. Qui la tradizione gastronomica si è sviluppata all’insegna dell’adattamento alle condizioni climatiche.

Uno degli alimenti più iconici è il rugbrauð, il pane di segale cotto lentamente sotto terra grazie al calore geotermico: scuro, umido e leggermente dolce, ha una consistenza compatta ed è perfetto da gustare con burro salato, aringa o paté di fegato. Spesso si accompagna a un altro classico: l’harðfiskur, merluzzo essiccato all’aria fredda e secca islandese. Croccante, leggero e sapido, viene consumato come snack, magari spalmato con un velo di burro, ed è considerato un vero comfort food locale.

Il slátur è una specialità che ricorda l’haggis scozzese: a base di interiora e sangue di agnello, viene cucinato dentro lo stomaco dell’animale, dando origine a due varianti principali, una simile a un sanguinaccio e una più simile a un insaccato.

Non si può parlare della cucina islandese senza menzionare il famigerato hákarl, carne di squalo della Groenlandia lasciata a fermentare sotto terra per diverse settimane e successivamente essiccata per mesi. La sua consistenza è gommosa, il sapore fortemente ammoniacale e l’odore così penetrante da mettere alla prova anche i palati più avventurosi. È una sfida gastronomica, ma anche un simbolo culturale di sopravvivenza e identità.

Per chi non se la sente di spingersi oltre con gusti così estremi, ci sono anche classici che sono veri e propri comfort food, come il plokkfiskur, un piatto casalingo e nutriente composto da pesce bianco lessato, patate bollite e cipolla, amalgamati con latte o besciamella fino a ottenere una consistenza cremosa e vellutata. Il profumo è delicato, con sentori lattiginosi e sfumature marine, mentre il sapore è morbido e armonioso.

Altro protagonista della tavola è l’hangikjöt, carne di agnello affumicata con legna di betulla o, secondo una pratica antichissima, con escrementi secchi di pecora. Il risultato è una carne dal profumo intenso, affumicato e legnoso, con un gusto profondo e sapido, solitamente servita con patate, salsa bianca e piselli dolci.

Tra i latticini, il skyr occupa un posto speciale. Pur essendo simile allo yogurt, è tecnicamente un formaggio fresco, denso, cremoso e leggermente acidulo, che ben si presta ad abbinamenti dolci o salati. Viene consumato a colazione o come spuntino, arricchito con frutti rossi, mirtilli, miele o cereali croccanti.

Tra i dolci, vale la pena citare anche il kleina, una sorta di ciambella fritta dal profumo di cardamomo, leggermente croccante all’esterno e soffice all’interno, spesso servita con una tazza di caffè nero nei freddi pomeriggi islandesi. Meno noto ma altrettanto tradizionale è il laufabrauð, un pane sottilissimo, decorato con motivi geometrici e fritto fino a diventare croccante: una vera opera d’arte da gustare durante le feste.

Cucina finlandese tipica

Uno dei piatti più iconici è il poronkäristys, un delizioso stufato di carne di renna tagliata a fettine sottili e cotta lentamente nel burro, con cipolle e talvolta un goccio di birra scura. Il profumo che sprigiona è intenso, mentre la consistenza della carne, tenera e succosa, si abbina perfettamente al purè di patate e alla marmellata di camemoro, una bacca nordica dal sapore lievemente acidulo.

Altro simbolo della tavola finlandese è il karjalanpaisti, uno stufato tradizionale a base di carni miste — manzo, maiale e talvolta anche agnello — cotte lentamente in forno con cipolle, pepe nero e alloro.

Il kalakukko è forse uno dei piatti più sorprendenti per chi si avvicina per la prima volta alla cucina finlandese e vuole mangiare nei Paesi nordici come i locali. Si presenta come una pagnotta scura di segale, ma al suo interno nasconde un ripieno umido e profumato di pesce unito a pancetta o carne di maiale. Viene cotto per ore nel forno a legna, così che l’impasto si insaporisca dei succhi del ripieno.

I karjalanpiirakka sono piccole delizie: focaccine di segale dal bordo ondulato, con un ripieno cremoso a base di riso, patate o carote. Tradizionalmente vengono servite con una generosa cucchiaiata di munavoi, un mix di burro fuso e uova sode tritate.

Quando si parla di dolci, la Finlandia dà il meglio di sé con il mustikkapiirakka, una torta ai mirtilli che combina il gusto dolce e leggermente acidulo dei frutti di bosco con la cremosità della panna acida.

Ma la pasticceria finlandese non si ferma qui. Durante l’inverno, soprattutto a Natale, è facile trovare joulutorttu, dolcetti di pasta sfoglia a forma di stella ripieni di marmellata di prugne, croccanti all’esterno e teneri al centro. Anche i pulla, soffici panini dolci aromatizzati con cardamomo e talvolta farciti con crema o marmellata, sono immancabili nei caffè e nelle cucine di tutto il paese.

Street Food norvegese

In Norvegia, il pesce non è solo un alimento: è parte della cultura.

Non sorprende, quindi, che il salmone norvegese sia considerato uno dei migliori al mondo: protagonista assoluto di numerose preparazioni, è apprezzato affumicato, con il suo aroma intenso e leggermente dolce che conquista al primo assaggio, oppure marinato nella raffinata versione del gravlax, dove zucchero, sale e aneto creano un equilibrio di sapori perfetto.

Accanto al salmone, la varietà dei piatti di pesce è sorprendente.

Il klippfisk, merluzzo salato ed essiccato all’aria aperta, viene solitamente reidratato e cucinato in casseruole insieme a cipolle e talvolta olive nere. Ne risulta una pietanza dal sapore intenso e complesso, che ricorda i profumi del bacalà mediterraneo ma con un carattere tipicamente nordico. Per i palati più audaci c’è il rakfisk, una trota lasciata fermentare per mesi e poi servita cruda, accompagnata da panna acida, cipolla cruda e pane croccante. Il suo gusto pungente e il suo odore penetrante la rendono un’esperienza culinaria intensa e non apprezzata da tutti.

Ma la Norvegia non vive solo di pesce: la carne occupa un posto centrale, soprattutto nei lunghi mesi invernali. Le kjøttkaker, grandi polpette di carne macinata insaporite con pepe e noce moscata, vengono servite con purè di patate, cavolo rosso stufato e una densa salsa marrone

Ancora più tipico del periodo natalizio è il pinnekjøtt, montone salato ed essiccato che viene cotto lentamente al vapore su rami di betulla. Questi conferiscono alla carne un profumo resinoso inedito e sorprendete.

La cucina norvegese si esprime anche nello street food, con piatti semplici ma profondamente legati alle abitudini popolari. Il pølse i lompe è l’hot dog per eccellenza: una lunga salsiccia, non troppo speziata ma saporita, avvolta in una sottile tortilla di patate, la lompe. Può essere guarnito con senape dolce, ketchup o cipolle croccanti, ed è lo spuntino prediletto in occasione di fiere, feste di paese o semplicemente durante una passeggiata.

Un altro cibo veloce e amatissimo, soprattutto sui traghetti, è il sveler, un pancake spesso e soffice servito con burro fuso e zucchero, talvolta anche con confettura.

I mercati di Bergen e Oslo offrono esperienze gastronomiche vivide e sensoriali. Qui si possono assaggiare spiedini di balena affumicata, la cui carne scura, tenera e lievemente dolce ha un sapore inconfondibile, oppure panini farciti con granchio reale, burrosi e intensamente marini.

Molto diffuso anche il fiskekake, una sorta di tortino di pesce dalla consistenza a metà tra soufflé e crocchetta, dal profumo delicato di mare, spesso servito caldo con salse leggere a base di erbe e contorni di verdure al vapore.

Specialità gastronomiche della Scandinavia

La cucina scandinava è una sinfonia di sapori antichi e moderni, capace di sorprendere con la sua apparente semplicità e profondità gustativa. Qui nascono piatti che sono diventati veri e propri simboli gastronomici.

Uno dei protagonisti indiscussi è il gravlax, al suo opposto, troviamo il lutefisk, merluzzo trattato con soda caustica, che assume una consistenza gelatinosa e un sapore quasi metallico.

In Svezia, le köttbullar sono polpette morbide, leggermente speziate e servite con salsa cremosa e confettura di mirtilli rossi-

Lo Janssons frestelse, letteralmente “la tentazione di Jansson”, è un gratin cremoso di patate, cipolle e acciughe che accompagna spesso i pranzi delle festività.

Il pytt i panna è un piatto rustico, nato come antispreco: carne avanzata, patate e cipolle tagliate a cubetti e saltate in padella, il tutto sormontato da un uovo fritto e servito con barbabietole marinate.

Un altro piatto casalingo è il raggmunk, frittella croccante di patate fritta nel burro, spesso accompagnata da pancetta e marmellata di lingonberry. Per chi ama i sapori più decisi, ci sono i kroppkakor, gnocchi di patate ripieni di carne e spezie, serviti con panna e burro fuso.

In estate, la tavola si colora di kräftor, aragoste d’acqua dolce servite fredde con abbondante aneto. E per i palati più temerari, il surströmming, aringa fermentata dall’odore fortissimo, spesso aperta all’aperto per evitare di saturare gli ambienti chiusi.

La Danimarca, dal canto suo, celebra con orgoglio lo smørrebrød, una vera arte culinaria su una fetta di pane di segale imburrato. Ogni composizione è un piccolo quadro gastronomico in cui si alternano sapori, consistenze e temperature.

Non meno importanti sono i frikadeller, polpette di carne di maiale dalla crosta dorata e tenerissime all’interno, accompagnate da cavolo rosso stufato e patate bollite. Il stegt flæsk med persillesovs, considerato da molti il piatto nazionale, è un inno alla semplicità: fettine croccanti di pancetta servite con una salsa al prezzemolo vellutata e patate lesse. Un’altra specialità danese meno conosciuta ma molto amata è l’æbleflæsk, un piatto agrodolce in cui si incontrano mele stufate, cipolle e pancetta, ideale per le fredde giornate autunnali.

Insomma, mangiare nei Paesi nordici è un’esperienza, un viaggio che valorizza le materie prime locali, la creatività degli chef e la stagionalità dei prodotti.

 

di Sofia Pettorelli

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