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Un close up di una torta da credenza con una base di frolla ripiena di marmellata e frutta secca

Torte da credenza, cosa e quali sono

Semplici, genuine e sempre pronte a regalare un momento di dolcezza: le torte da credenza sono il simbolo della pasticceria casalinga. Ecco le più amate e qualche consiglio per prepararle alla perfezione

C’è un’immagine che fa molto “casa”: una torta sotto una campana di vetro, sulla credenza della cucina, pronta per la colazione o per la merenda del pomeriggio. Proprio da questa fotografia nasce l’espressione “torte da credenza”, utilizzata per indicare tutti quei dolci di casa, soffici ma consistenti, genuini e capaci di durare diversi giorni senza perdere fragranza. E soprattutto pronti a soddisfare le voglie dolci a tutte le ore della giornata.

Da Nord a Sud, in Italia ogni famiglia custodisce la propria ricetta, tramandata e modificata nel tempo. I dolci da credenza sono il simbolo della semplicità: ecco quali sono i più amati e famosi e come prepararli alla perfezione per scaldare i cuori dei propri familiari o amici!

Cosa si intende per torta da credenza? 

Con l’espressione torta da credenza si identificano tutte quelle torte da forno che si conservano a temperatura ambiente per più giorni, mantenendo gusto e consistenza. Niente panna o creme a base di uova: solo ingredienti “classici” come burro, zucchero, farina, uova e, in alcuni casi, yogurt o latte.

In questa categoria ovviamente non rientrano le torte cosiddette “da frigo” – come la cheesecake o la zuppa inglese – in quanto non vengono mai conservate in frigorifero. Al contrario, le torte da credenza sono di solito dolci consumati principalmente al mattino, a colazione, o a merenda, magari con accanto un bicchiere di latte caldo, un caffè o un cappuccino, o ancora un tè caldo.

Il riferimento alla credenza è legato, per ovvie ragioni, al luogo in cui, soprattutto in passato, venivano conservati questi dolci: lontano da fonti di calore e ben coperti con un telo o una campana di vetro.

Le torte da credenza classiche 

Negli anni sono nate diverse rivisitazioni, ma vale la pena dedicare un paragrafo a quelli che sono i classici della pasticceria casalinga e tradizionale:

  • Ciambellone: è forse la torta da credenza per antonomasia. Alto, profumato, con un impasto soffice a base di uova, latte e olio di semi o burro. Ottimo semplice o arricchito con scorza di limone o gocce di cioccolato, oppure marmorizzato al cacao.
  • Torta margherita: una delle basi più semplici e amate della pasticceria casalinga. L’impasto è a base di farina, zucchero, uova e burro, e la sua consistenza leggerissima.
  • Plumcake: morbido e umido al punto giusto, è uno dei dolci da colazione più amati. Anche questa ricetta si presta a numerose varianti. Le più famose sono quella allo yogurt o al limone.
  • Torta di mele: c’è un dolce che fa più casa, autunno e famiglia della torta di mele? Noi ci Acadèmia diciamo proprio di no. In questo dolce le protagoniste sono proprio le mele, che vengono disposte a fettine o a cubetti nell’impasto e che mantengono il dolce morbido e profumato per giorni, grazie alla loro naturale umidità.
  • Torta caprese: originaria di Capri, si distingue dagli altri classici in quanto è una torta senza farina. Per prepararla serviranno solo uova, burro, zucchero, mandorle e cioccolato fondente. Una lista di ingredienti che la rende adatta a chi segue un regime alimentare senza glutine.
  • Torta paradiso: tipica della cucina pavese e mantovana, la torta paradiso è una torta sofficissima e vellutata. Perfetta servita solo con una spolverata di zucchero a velo, si prepara unendo uova, fecola, zucchero, burro, lievito, vaniglia e succo di limone.
  • Amor polenta: tipico della cucina lombarda (in particolare di Varese), la caratteristica di questo dolce è il suo colore giallo, dato dalla presenza della farina di mais fioretto nell’impasto. Gli altri ingredienti previsti dalla ricetta tradizionale sono burro, zucchero, uova, farina 00 e farina di mandorle.

Nel tempo questi classici si sono reinventati per andare incontro alle esigenze e abitudini alimentari di tutti. Le versioni moderne prevedono l’uso di farine “alternative”: di farro, avena o castagne. Alcune possono diventare anche vegan, sostituendo il burro con olio di cocco o margarina vegetale, le uova con sostituti veg – come il gel di semi di lino – e il latte vaccino con una bevanda vegetale a base di soia, mandorla, cocco, riso o avena.

Ovviamente che sia classica o moderno, il dolce da credenza è una preparazione versatile e può sempre essere arricchito con gli ingredienti che più si preferiscono.

Consigli per una perfetta torta da credenza

La riuscita di una buona torta da credenza parte da ingredienti semplici ma di qualità. Burro e uova fresche sono fondamentali per garantire struttura e sapore. Se si preferisce una versione più leggera, l’olio di semi è un ottimo sostituto: rende l’impasto più umido e prolunga la conservazione del dolce.

Il segreto per evitare che la torta risulti secca è non cuocerla troppo a lungo. Meglio sfornarla quando la superficie è dorata e fare la sacrosanta “prova stecchino”: se dopo averlo infilato nel dolce lo stecchino viene fuori asciutto, si può spegnere il fuoco e sfornare. Oltre a questo, si può aggiungere all’impasto un cucchiaio di miele o di yogurt, che aiutano a trattenere l’umidità all’interno dell’impasto.

Mai lasciare la torta scoperta. L’ideale è conservare la torta completamente raffreddata sotto una campana di vetro o di plastica, per mantenerne la morbidezza e la fragranza. In alternativa, si può avvolgere la torta in pellicola o carta forno.

Come conservarle e servirle

Le torte da credenza si conservano in genere 3-5 giorni. Meglio tenerle a temperatura ambiente, in un luogo asciutto e al riparo dalla luce diretta.

Sono perfette a colazione con il caffè o il cappuccino, ma anche come dolce da merenda con tè caldo o una tisana. Alcune, come la torta di mele o la torta paradiso, si possono servire tiepide con un velo di marmellata, una quenelle di gelato alla vaniglia o un ciuffo di panna montata, per renderle più golose.

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