Siamo abituati a pensare alla Sardegna come un luogo meraviglioso, circondato da un mare cristallino e azzurrissimo, eppure noi di Académia.tv lo ricordiamo per la sua cucina autentica, tradizionale e legata al territorio.
Tra le proposte culinarie più entusiasmanti che, tra l’altro mostrano la grande varietà della cucina di una sola isola, c’è il pane sardo: tantissime tipologie e tutti diverse!
Il pane sardo è sicuramente uno dei protagonisti assoluti della cucina dell’isola. Non è solo un alimento quotidiano, è un vero e proprio simbolo culturale che ricorda quando, anticamente, era il centro della dieta isolana (specialmente nelle zone rurali) che doveva essere nutriente, facilmente conservabile e adatta per essere trasportata.
Ecco perché il pane sardo, come il pane carasau o il pistoccu sono stati creati per durare nel tempo e rimanere sempre buoni.
Insomma, quali sono i tipi e quali sono le loro caratteristiche?
Quali sono i pani della Sardegna
La Sardegna ha una tradizione panificatoria estremamente antica e ricca. Ogni tipo di pane sardo è differente non solo per consistenza, ingredienti, caratteristiche, ma anche per la storia, che può essere legata a riti religiosi, feste o ricorrenze familiari.
- Pane carasau: il più famoso e iconico, conosciuto anche come “carta musica” per il rumore croccantissimo che fa quando viene spezzato
- Pane guttiau: una versione più ricca del pane carasau
- Civraxiu: il pane “di casa” del Campidano, grande e soffice
- Coccoi a pitzus: tipico delle cerimonie, solitamente è decorato a mano
- Moddizzosu: soffice e profumato
- Su coccoi pintau: vero e proprio capolavoro di arte panificatoria, preparato per battesimi, matrimoni e feste religiose
- Pistoccu: rustico e croccante, parente stretto del carasau ma più spesso
Molte di queste ricette variano da zona a zona: potrebbe cambiare la forma, il metodo di cottura e talvolta anche il nome con cui sono chiamati.
Gli ingredienti tradizionali sardi
Prima di approfondire singolarmente ogni tipo di pane sardo, vale la pena curiosare tra tutti gli ingredienti tradizionali della Sardegna.
La semola di grano duro è sicuramente uno degli elementi fondamentali e più usati dell’isola e che viene utilizzata per preparare pani e paste. Anche lo strutto non può mancare: un ingrediente antico, oggi viene spesso sostituito con olio per rendere le preparazioni più leggere e vegane. Anche l’olio extra vergine di oliva diventa qui irrinunciabile per preparazioni come il pane guttiau.
Le tipologie di pane sardo
Il pane è un alimento che regna, amatissimo, su tutte le tavole italiane: ogni regione ne prepara uno caratteristico, che si sposa alla perfezione con altre ricette territoriali (conoscete quelle della Tuscia?) e la Sardegna non fa eccezione!
Pane carasau
Sicuramente il più conosciuto, il pane carasau si chiama perché deriva dal termine sardo “carasare”, cioè tostare. Ed in effetti si tratta di una sfoglia di pane tostato che, tradizionalmente, veniva preparato ogni sei mesi e conservato nei “pinnettu”, cioè capanne dei pastori. Ha origine molto antiche, che risalgono almeno al XVi secolo, anche se alcuni documenti ne attestano l’esistenza addirittura nel XII o XIII secolo.
Ha una consistenza croccantissima, data anche dal foglio di pane sottile e friabile; il sapore è delicato e neutro, anche se in alcuni punti risulta leggermente tostato. Viene preparato con semola di grano duro, acqua, sale e lievito di birra.
Squisito se mangiato da solo e ancora più interessante se usato per preparare il famoso pane frattau: una lasagna sarda con uova, pecorino e pomodoro.
Pane guttiau
“Guttiau” significa “gocciolato” e si riferisce all’aggiunta di olio extravergine di oliva al pane carasau. È di fatto una variante casalinga del pane carasau e che lo rende più godurioso: è infatti un’ottima idea per un aperitivo o per spiluccare qualcosa dopo i pasti.
Pane civraxiu
Diffuso per lo più nel sud dell’isola, il pane civraxiu ha una crosta spessa che lo protegge dall’essiccamento e per questo motivo dura anche diversi giorni. Ha quindi una crosta spessa e croccante, che protegge una mollica soffice e compatta. Il sapore è rustico e leggermente acidulato: un sentore dovuto alla lievitazione naturale. Viene preparato con semola rimacinata di grano duro, acqua, lievito e sale.
Coccoi a pitzus e Su coccoi pintau
Questi nomi, che sembrano degli scioglilingua, derivano dalle parole “coccoi”, che significa “pane”, e “pitzus”, che sono delle punte decorative. È il pane delle feste, servito durante battesimi, comunioni o la Pasqua, anche perché non solo ha una crosta croccante e un mollica morbida all’interno, ma è anche impastato con varie forme: colombe, corone, fiori o pinnacoli e ognuna viene decorata a mano. La preparazione era tradizionalmente affidata alle donne di famiglia, che usavano semola di grano duro, acqua, lievito e sale.
Moddizzosu
Il pane moddizzosu è un pane casalingo, legato alla tradizione pastorale e anch’esso viene preparato con semola di grano duro, acqua, sale e lievito a cui viene aggiunto lo strutto. Rispetto ai suoi cugini carasau e guttiau, è molto morbido e soffice, con una mollica umida e fitta. Il sapore è leggermente dolce e delicato.
È ottimo per panino farciti o per accompagnare zuppe o pietanze delicate.
Pistoccu
Il pistoccu era considerato il tipico alimento da viaggio grazie alla sua resistenza e alla sua conservabilità. Essendo molto duro, solitamente veniva fatto rinvenire con acqua o aggiungendolo alle zuppe o bagnandolo con succo di pomodoro e olio.
Insomma, ci sono tantissimi tipi di pane sardo: noi vi consigliamo di prenotare un viaggio in quest’isola splendida non solo per il mare e i bellissimi paesaggi, ma anche per scoprire una tradizione culinaria unica.
di Sofia Pettorelli