Dai Canederli ai pizzoccheri, passando per gli Sciatt e lo Strudel di mele: ecco 5 piatti di montagna da non perdere
Mare o montagna? Questo è il vero dilemma. Non tutti scelgono di passare le proprie vacanze estive al mare. Chi cerca (quasi) disperatamente refrigerio e un po’ di quiete nella natura spesso opta per una vacanza in montagna.
Anche senza neve e piste da sci aperte queste località offrono tante soluzioni per staccare dalla frenesia della routine e godersi una meritata pausa. Trekking, percorsi da fare in bici o in moto, senza dimenticare l’esperienza più importante, quella gastronomica. Sebbene spesso la cucina di montagna sia corposa e saporita non la si può non provare, in qualsiasi stagione. Anche perché è una cucina fortemente territoriale.
In questo articolo vi raccontiamo 5 piatti da provare assolutamente se appartenete al team vacanze in montagna!
1. Canederli
Partiamo dal Trentino Alto Adige con i Canederli o Knödel, in tedesco. Sono un piatto tipico della zona della Val Gardena anche se vengono preparati in molte zone del nord Italia tra cui Lombardia e Friuli Venezia Giulia. È una ricetta del riciclo molto antica, preparata dai contadini proprio per evitare gli sprechi.
I Canederli sono gnocchi fatti con un impasto a base di pane raffermo, latte, uova, prezzemolo e farina, che può essere insaporito con dello speck o del formaggio, spinaci oppure fegato. Una volta pronto viene modellato fino a formare delle sfere abbastanza grandi da cuocere in acqua salata. I Canederli possono essere serviti in due modi: in brodo, utilizzando l’acqua di cottura già insaporita oppure “a secco”, ovvero semplicemente saltati con del burro fuso.
2. Sciatt
Gli sciatt sono un piatto tipico della Valtellina che non si può non provare. Si tratta di piccole frittelline tonde preparate con un impasto a base di farina di grano saraceno e farina bianca, acqua, lievito o bicarbonato e un goccio di grappa. E, in ultimo, un formaggio tipico della zona: il Casera, che in questo caso dovrà essere tagliato a cubetti. Bisogna prestare particolare attenzione alla frittura: meglio inserire nell’olio già caldo piccoli quantitativi di impasto che dovranno contenere al loro interno almeno un cubetto di Casera. Sarà fondamentale per avere l’effetto filante al morso.
La forma post-cottura sarà semi tonda ma comunque piuttosto irregolare. Gli sciatt vengono serviti su un letto di insalata di cicoria cruda condita con olio, aceto, sale e devono essere consumati rigorosamente caldi.
3. Pizzoccheri della Valtellina
Restiamo in Valtellina con uno dei piatti simbolo della valle e della cucina di montagna. Un primo molto saporito, forse meno estivo ma a cui non si riesce a resistere quando si visita la sua terra natìa. I pizzoccheri della Valtellina sono una varietà di pasta preparata con un impasto a base di farina di grano saraceno, farina bianca e acqua. Ci sono diverse teorie sull’origine del nome, alcuni sostengono derivi dal verbo “pinzare” nel suo significato di “schiacciare”, un richiamo alla forma schiacciata della pasta.
Altri sostengono possa derivare dalla radice “pit” o “piz” che indica proprio il pezzetto. Anche in questo caso il richiamo è al taglio dato alla pasta. La tradizione vuole che vengano cotti insieme a: patate in pezzi, verza (in alternativa bietole o coste), il formaggio Casera (o Bitto), aglio e burro. Tutto viene stratificato in una teglia – rigorosamente a caldo – e viene fatto cuocere insieme. In più, in Valtellina è usanza cospargere la teglia prima del servizio del cosiddetto Pesteda, un battuto di aglio, sale, pepe, timo selvatico e foglie di achillea nana.
Importante: non vanno confusi con i pizzoccheri bianchi di Chiavenna che sono, invece, degli gnocchetti preparati con farina e pane raffermo ammorbidito nel latte.
4. Polenta
Montagna = polenta. È inevitabile. Anche perché la polenta è un ingrediente molto versatile che ben si adatta a tutte le stagioni.
È uno degli alimenti forse più antichi della nostra tradizione e, in passato, è stato l’ingrediente cardine della cucina povera, soprattutto delle regioni settentrionali.
Polenta con funghi, polenta e Zola, polenta e brasato sono alcuni degli abbinamenti migliori da assaggiare, soprattutto durante la stagione invernale.
In generale, la polenta sta molto bene accanto a burro, formaggi a pasta molle, carni in umido e sughi piuttosto corposi e abbondanti. Tra le varianti regionali più famose ci sono:
- la polenta concia, condita con formaggio fuso e (tanto) burro fuso;
- la polenta taragna, preparata con una miscela di farine che includono anche la farina di grano saraceno che, infatti, conferisce un colore più scuro al piatto;
- la polenta uncia, tipica della zona del Lago di Como e mischiata con un soffritto abbondante di burro, aglio e salvia e la semuda, un formaggio locale;
- la polenta fritta, un perfetto snack o piatto da aperitivo preparato in diverse zone dello Stivale. Gli stick di polenta fritta prendono il nome di scagliozzi o scagliuozzi.
5. Strudel di mele
Chiudiamo questa Top 5 delle ricette di montagna con uno dei dolci più famosi al mondo: lo strudel di mele. Tipico del Trentino Alto Adige e del Friuli, lo strudel è preparato in diverse località di montagna. Ed è sempre la perfetta conclusione di un pranzo, magari in un rifugio, o una cena in un ristorante più gourmet. I suoi sapori e profumi sono un vero omaggio al territorio circostante. Il ripieno dello strudel è a base di mele, tagliate a fette molto sottili, uvetta, pinoli, zucchero, pangrattato tostato precedentemente con una noce di burro e cannella in polvere.
In base alla località in cui è preparato, la pasta che contiene il (profumatissimo) ripieno può essere di tipologie diverse: pasta per strudel ovverosia una pasta sfoglia, una pasta frolla oppure una pasta lievitata, che dopo la stesura dovrà avere uno spessore quasi inesistente. Alcune varianti della ricetta originale permettono anche l’aggiunta di noci o altra frutta secca oppure una macerazione dell’uvetta – in un liquore – o delle mele nel succo di limone.
È un dolce perfetto da consumare caldo, nelle gelide giornate invernali, o freddo, magari con accanto una pallina di gelato alla vaniglia o un cucchiaio di crema pasticcera.
Biscotti sablè ai lamponi di Ernst Knam, Re del Cioccolato
Equipment
- colino a maglie strette
- Pellicola da cucina
Ingredienti
Per l’impasto
- 200 g Farina 00
- 75 g Gocce di cioccolato fondente
- 120 g Burro morbido
- 50 g Zucchero semolato
- 30 g + q.b. Zucchero integrale di canna
- 52 g (ottenuta da circa 100 g di lamponi) Purea di lampone
Istruzioni
- - Schiacciare i lamponi attraverso un colino per trattenere i semi e ottenere la purea di lamponi;
- - Lavorare il burro con la farina in una ciotola, fino ad ottenere un composto “sabbiato”;- Aggiungere le gocce di cioccolato, ed incorporarle al composto;- Aggiungere lo zucchero semolato e lo zucchero integrale di canna ed incorporare bene;- Aggiungere in ultimo la purea di lampone e lavorare fino ad ottenere un composto ben legato;- Avvolgere in pellicola da cucina e riporre in frigorifero a raffreddare per 60 minuti;- Dividere l’impasto raffreddato in tre parti, e lavorare fino ad ottenere dei cilindri;- Passare i cilindri nello zucchero di canna e riporre in frigorifero a riposare nuovamente per 30 minuti;- Preriscaldare il forno a 165° e foderare una placca con carta da forno;- Tagliare i cilindri in dischetti e disporre, ben distanziati sulla placca da forno;- Infornare per 20 minuti.
Video
di Paola Ragno