Frutta, verdura e pesticidi: è allarme in Europa
Il 24 Febbraio 2022 l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, EFSA, ha pubblicato il suo report annuale sui livelli di pesticidi residui trovati all’interno degli alimenti per l’anno 2020. I risultati sembrano quasi voler rassicurare i consumatori: il 94,9% dei campioni analizzati non ha superato i livelli massimi di pesticidi stabiliti dalla legge. Dati confortanti, se non fosse per l’indagine condotta dal PAN.
PAN Vs. EFSA
Dal Pesticides Action Network, Ong che combatte l’utilizzo dei pesticidi, promuovendo alternative più ecologiche arriva un forte allarme. I risultati dell’indagine condotta dall’Ong sono decisamente meno confortanti di quelli riportati dall’EFSA, in quanto hanno dimostrato che circa un terzo della frutta prodotta nei Paesi europei è contaminata da pesticidi pericolosi.
Lo studio, eseguito su 100 mila campioni, ha rilevato la presenza di numerose sostanze dannose per la salute umana, in realtà già vietate dal 2011 e presenti, in media, nel 29% della frutta e verdura analizzata.
Sul podio della frutta più contaminata le more (51%), le pesche (45%), le fragole (38%), le ciliegie (35%) e le albicocche (35%). Per la verdura, invece, le rilevazioni maggiori hanno riguardato il sedano (50%), sedano rapa (45%) e cavolo riccio (31%).
La tutela del consumatore
Tutto questo va, ovviamente, a scapito del consumatore, che deve fare molta attenzione a cosa mette nel proprio carrello (e piatto). I rischi per la salute umana sono molteplici e coinvolgono direttamente sia gli agricoltori stessi che i consumatori.
L’esposizione ai pesticidi può avvenire sia attraverso il contatto diretto, sulla pelle o per inalazione, sia attraverso un contatto indiretto e quindi, appunto, tramite acqua o cibo.
L’uso di queste sostanze chimiche in agricoltura può colpire direttamente l’uomo, causando problemi al sistema cardiovascolare, endocrino, nervoso, riproduttivo o all’apparato digerente, solo per citarne alcuni.
di Paola Ragno
