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L'immagine presenta un piatto pieno di pastasciutta, ovvero sdegli spaghetti conditi con salsa di pomodo e parmigiano grattugiato

Pastasciutta antifascista: cos’è e perché la ricordiamo il 25 aprile

Perché la pastasciutta è il simbolo della Resistenza italiana ed è anche antifascista? Nel mese della Festa della Liberazione vi raccontiamo il significato di questo piatto e come viene ancora oggi celebrato in tutta Italia

Il 25 aprile, giornata della Festa della Liberazione in Italia, rappresenta una delle date più significative nella storia del nostro Paese. Non si tratta solo di un momento di riflessione storica, ma anche di una celebrazione della libertà e della democrazia riconquistate dopo anni di dittatura fascista. Tra i numerosi simboli legati a questa giornata, uno dei più curiosi e significativi è la pastasciutta antifascista.

Un piatto, apparentemente semplice, che ha acquisito un forte valore simbolico legato alla Resistenza e alla lotta per la libertà. In questo articolo vi raccontiamo il suo significato e perché questo piatto è celebrato ancora oggi, con un’unione tra cucina e memoria storica che va oltre la semplice ricetta.

La pastasciutta antifascista: la storia dietro al piatto

La pastasciutta antifascista è una tradizione popolare nata negli anni della Seconda Guerra Mondiale. Le suo origini sono legate al 25 luglio 1943, data in cui Benito Mussolini fu destituito e arrestato. In quella stessa giornata, alcuni partigiani – tra cui i fratelli Cervi – al ritorno dal lavoro nelle campagne, dopo essere venuti a conoscenza della destituzione di Mussolini, decisero di festeggiare. E quale miglior modo di farlo, se non distribuendo gratuitamente uno dei primi piatti più simbolici della cucina italiana?

La storia andò proprio in questo modo: i partigiani, dopo 21 anni di prigionia dalla dittatura fascista scelsero di celebrare questa liberazione cucinando e distribuendo pastasciutta in grandi quantità. A chiunque, senza distinzione di alcun tipo.

Una volta recuperati gli ingredienti, farina, burro e parmigiano, li caricarono su un carro e arrivati alla piazza di Campegine (in provincia di Reggio Emilia) iniziarono a cucinare e servire a tutti la loro pasta. Questo gesto fu davvero simbolico ed è per questo che questo piatto era e continua ad essere un simbolo di Resistenza, simbolo di un’Italia che non si è piegata alla dittatura.

Il significato della pastasciutta nel 25 aprile

Oggi, la pastasciutta antifascista è un simbolo che va oltre il piatto stesso. Ogni anno, il 25 aprile, durante la Festa della Liberazione, il piatto di pasta è celebrato in molte città italiane come un richiamo alla memoria storica della lotta contro il fascismo. Mangiare pastasciutta in quella giornata non è solo un atto gastronomico, ma un gesto di ricordo, di educazione e di resistenza culturale. La pasta, infatti, rappresenta la cucina popolare e familiare, quella che si prepara in ogni casa, quella che non ha bisogno di ricercatezza o eleganza, quella più semplice che esista.

Questo atto serve a rievocare le radici popolari italiane, quelle stesse radici che sono state difese con il sacrificio di tanti uomini e donne durante la lotta per la libertà. Nel contesto del 25 aprile, questo piatto diventa un ricordo tangibile di chi ha lottato per un’Italia libera e democratica, un atto di riconoscimento verso i valori di giustizia e libertà che sono alla base della nostra Costituzione.

Mangiare questo piatto è anche un modo per onorare le radici culinarie italiane, che sono state unificate sotto l’idea di “cucina nazionale” anche grazie al fascismo, ma che, allo stesso tempo, non sono mai state sottomesse a una sola ideologia. Il piatto di pasta diventa, quindi, un simbolo di unità nazionale, di un paese che, nonostante le difficoltà, non ha mai smesso di essere sé stesso.

Come si festeggia oggi la pastasciutta antifascista

Ma come si festeggia oggi la pastasciutta antifascista? In molte città italiane, questo piatto è celebrato in eventi pubblici, incontri e pranzi collettivi, dove la pasta diventa protagonista di una giornata che coniuga memoria storica e convivialità.

In alcune città, come ad esempio Torino, Milano e Roma, si organizzano pranzi popolari, dove la pastasciutta è servita come piatto simbolo, uniti a riflessioni storiche e attività culturali che coinvolgono tutte le generazioni. Questi eventi sono un modo per ricordare anche che la Resistenza non è solo un fatto del passato, e che la lotta per i diritti civili, l’uguaglianza e la giustizia deve essere sempre attuale e soprattutto continua.

Ancora oggi, il 25 luglio presso l’Istituto Alcide Cervi di Gattatico (Reggio Emilia) si celebra la Storica Pastasciutta Antifascista di Casa Cervi proprio in memoria di quei partigiani che vollero condividere la gioia della liberazione preparando un “semplice” piatto di pasta. Non solo, ad oggi esiste anche una vera e propria rete delle pastasciutte antifasciste che prevede una serie di eventi in diversi comuni e città italiane.

La cucina diventa così un potente strumento di resistenza culturale, un modo per mantenere viva la memoria storica e trasmetterla alle nuove generazioni.

Ricetta della pastasciutta antifascista

Lo sappiamo, è una ricetta che può sembrare banale, ma abbiamo scelto di regalarla a tutti i lettori, per celebrare la Liberazione a modo nostro.

Gli ingredienti necessari per prepararla sono:

  • Pasta (di qualsiasi formato)
  • Burro
  • Sale e pepe
  • Parmigiano grattugiato

Procedimento: portare a ebollizione abbondante acqua salata e aggiungere la pasta. Cuocere rispettando i tempi di cottura e, una volta pronta, conservare un bicchiere di acqua di cottura, poi scolarla e trasferirla in una padella già calda.

Aggiungere un paio di mestoli dell’acqua di cottura conservata in precedenza e far amalgamare la pasta sul fuoco. Una volta spenta la fiamma, aggiungere burro e parmigiano continuando sempre a mescolare. Se serve, aggiungere ancora acqua di cottura e, se piace, un pizzico di pepe. Et voilà, ecco la pastasciutta antifascista, pronta per tutti.

Una variante più moderna della pastasciutta prevede l’aggiunta di una salsa a base di pomodoro pelato, come condimento, magari insaporita con delle foglie di basilico fresco.

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