C’è qualcosa che grida “estate” più di un bel melone succoso?
Li vediamo sempre sulle tavole estive (spesso accompagnati da un tagliere di salumi) e, se ve lo steste chiedendo: non c’è un solo tipo di melone, anzi! E quindi quali e quante varietà di meloni esistono?
Come tutta la frutta e la verdura che si rispetti, anche le varietà di melone cambiano a seconda della stagionalità, forma, colore e sapore. Sapevate, ad esempio, che alcune varietà di melone si possono mangiare perfino a Natale?
Noi di Académia.tv siamo amanti della cucina e sappiamo bene che durante l’estate la voglia di cucinare scarseggia.
In questi casi è la soluzione fresca, nutriente e gustosa per sgranocchiare qualcosa. Potremmo ad esempio preparare una macedonia di frutta con melone, anguria, mirtilli, fragole, pesche e albicocche! Se avete volete organizzare un aperitivo vegano e non potete servire salumi (sapete che esistono salumi vegani?), oltre alla macedonia, perché non proporre qualche fetta con una spolverata di zenzero?
In alternativa, anche un carpaccio di melone, marinato con spezie e olio è una vera bontà!
Il melone
Cumis melo in latino, melone in italiano. È una pianta che appartiene alla famiglia delle Cucurbitaceae come zucche e cocomeri.
Ricco di nutrienti come vitamina C, folati, potassio, antiossidanti (tra cui anche il betacarotene), ha anche una discreta quantità di fibre.
Si conserva tendenzialmente in frigorifero (attenzione però a che la temperatura non scenda sotto i 5°C, altrimenti rischiano di rovinarsi le fibre e quindi risultare meno sodo), ma se viene comprato ancora acerbo può essere lasciato alla temperatura della stanza.
Anticamente, il melone era considerato un simbolo di prosperità e fecondità.
Varietà di melone
Prima di elencare tutte le varietà di melone, vale la pena ricordare che, seppure esistano tante tipologie che si differenziano per colore, forma e grandezze, non è sempre facile riconoscerle.
La prima distinzione che possiamo fare riguarda i meloni estivi e quelli invernali:
- I primi non si conservano a lungo e possono esser trovati da giugno a settembre circa.
- I secondi hanno una maturazione più lunga, che arriva fino al periodo natalizio.
Ma quali sono le varietà di melone?
- Melone cantalupo
- Melone retato
- Melone giallo o invernale
- Melone verde Honeydew
- Melone sardo o Pielo de Sapo
- Melone mantovano IGP
- Meloni pugliesi: carosello e barattiere
- Melone serpente
- Melone amaro
- Melone Dino
Melone cantalupo
Il melone cantalupo è, senza incertezza alcuna, uno dei protagonisti indiscussi dell’estate.
Come si riconosce? Ha una forma tondeggiante e la buccia che può variare dal verde-grigiastro al giallo chiaro. Inoltre, la texture a volte è liscia, altre volte leggermente retata, con scanalature più o meno evidenti.
La polpa interna, succosa e profumata, spazia da tonalità di arancio delicato fino a sfumature più tendenti al rosso, con un profumo avvolgente e un gusto decisamente dolce.
Si raccoglie da maggio fino a ottobre, ed è proprio in quest’ultimo mese da presenta un sapore ancora più intenso.
Melone retato
Cantalupo e retato vengono spesso confusi e, ancora peggio, a volte vengono ritenuti sinonimi, ma in realtà si tratta di due varietà differenti.
Il melone retato si riconosce facilmente per la buccia dal colore verde-giallastro ricoperta da una fitta trama che ricorda una rete sottile. Da questa caratteristica deriva il suo nome.
La polpa è compatta e può variare dall’arancio pallido al giallo chiaro, fino a un bianco delicato. A differenza del cantalupo, presenta generalmente una superficie liscia, con coste poco evidenti o quasi assenti. È una varietà molto comune nel periodo estivo, disponibile soprattutto da giugno a settembre.
Un esempio illustre di melone retato è il Melone di Calvenzano, originario dell’omonimo borgo nella Bassa bergamasca. Una varietà che ha origini che risalgono alla fine del XIX secolo.
Melone giallo o invernale
Conosciuto anche come melone bianco, il melone giallo è comunemente associato all’estate, specialmente perché è molto presente nelle tavole del Sud Italia, dove è largamente coltivato e apprezzato. Tuttavia, questa varietà è in realtà un melone invernale.
Rispetto ai meloni estivi, ha una maturazione più lenta, il che gli consente di essere raccolto durante i mesi caldi ma di conservarsi bene fino all’inverno.
Di forma ovale, spesso leggermente allungata, presenta una buccia ruvida e spessa, di un giallo paglierino acceso con sfumature verdi, mentre la polpa è zuccherina, molto profumata e può variare dal bianco latte a un verde chiarissimo.
Tra le varietà più pregiate rientrano quelle coltivate in Sicilia, come il Cartucciaro di Paceco e il Melone Purceddu di Alcamo, entrambi tutelati come Presìdi Slow Food per il loro valore agricolo e culturale.
Melone verde Honeydew
L’Honeydew, noto anche come melone verde, è una varietà invernale appartenente al gruppo degli inodorus, originaria del Nord America ma oggi si trova facilmente anche nei banchi ortofrutticoli italiani. Ha una forma tondeggiante, si distingue per la buccia liscia e chiara, tendente al bianco, generalmente priva di imperfezioni visibili come segni o ammaccature. La sua polpa, fresca e succulenta, spazia dal verde tenue al verde più acceso, ed è particolarmente dolce e aromatica, qualità che ha ispirato il suo nome: “Honeydew”, che significa “melata”. Anche se viene raccolto nei mesi estivi, questo melone si conserva molto bene fino all’inverno.
Melone verde sardo o Piel de Sapo
Originario della Spagna ma ormai considerato una vera specialità della Sardegna centro-occidentale, il melone verde sardo è conosciuto anche con il nome Piel de Sapo per via della buccia spessa, rugosa e irregolare, di colore verde scuro con macchie nere che richiamano l’aspetto di un rospo (“sapo” in spagnolo significa infatti “rospo”).
Questa varietà appartiene al gruppo dei meloni invernali ed è presente sui mercati da giugno fino all’inizio dell’autunno.
La polpa, croccante e di un bianco brillante, ha un sapore molto dolce e rinfrescante, simile a quello del miele, proprio come accade per l’Honeydew. Di solito ha forma ovale o leggermente rotondeggiante.
Melone Mantovano Igp
Quando si immagina un melone il pensiero va subito al Melone Mantovano IGP, fiore all’occhiello dell’agricoltura lombarda e italiana. La sua storia affonda le radici nel Quattrocento, nei giardini nobiliari dei Gonzaga, per poi espandersi nel tempo nella fertile area della Bassa padana.
Dal 2013 gode del riconoscimento IGP.
Meloni pugliesi: carosello e barattiere
Nel cuore del Sud troviamo due varietà uniche di meloni che ricordano nel gusto più il cetriolo che il frutto dolce a cui siamo abituati: sono il carosello e il barattiere, protagonisti della tradizione gastronomica pugliese.
Si consumano rigorosamente crudi, semplicemente conditi con un filo d’olio e un pizzico di sale, oppure all’interno della cialledda, una fresca insalata contadina a base di pane raffermo, pomodori e cipolla, tipica anche della Basilicata. Entrambi appartengono alla famiglia delle Cucurbitacee e vengono raccolti ancora acerbi, tra maggio e luglio, proprio per esaltarne la croccantezza e la consistenza acquosa, simili a quelle del cetriolo.
La buccia, di solito verde chiaro con striature, racchiude una polpa fresca e dissetante.
Melone serpente
Il melone serpente appartiene alla famiglia di quei meloni caratterizzati dalla forma allungata e sinuosa che richiama quella di un serpente. Questa tipologia, come accade per il carosello o il barattiere, condivide molte caratteristiche con il cetriolo: dalla buccia verde scuro alla polpa chiara, fino al sapore fresco e all’impiego in cucina come ortaggio. Di origini antichissime, fu introdotto nel Mediterraneo dai popoli dell’Asia Minore. In Italia è noto con il nome di tortarello e viene coltivato in diverse aree, sebbene resti legato ai territori d’origine.
Le tre varietà più diffuse sono quella abruzzese-molisana, quella siciliana e quella barese, raramente reperibili al di fuori delle rispettive zone. Un caso a parte è quello sardo: nell’Isola di San Pietro si coltiva fin dal Settecento la facussa, variante locale del melone serpente.
Melone amaro
Tra i meloni non dolci rientra anche la Momordica charantia, un frutto che si colloca a metà strada tra cetriolo e zucchina, noto anche come melone amaro. Originario principalmente delle zone tropicali, si presenta con una forma allungata e una buccia verde irregolare e bitorzoluta. Il suo sapore è decisamente aspro e amaro. Questo frutto va consumato acerbo, poiché, contrariamente a molte altre verdure e frutti, la sua polpa diventa sempre più aspra con la maturazione.
Melone Dino
Questo frutto, di forma rotonda, ha una buccia liscia e biancastra con alcune macchie. Sebbene la sua produzione si sia diffusa in Italia solo recentemente.
La polpa è bianca, dolce e molto rinfrescante, perfetta per stupire i più piccoli a tavola.
Differenza tra melone e cantalupo
Quando si parla di “melone” e “cantalupo”, spesso si fa confusione, soprattutto perché in alcune lingue i due termini vengono usati in modo diverso rispetto all’uso italiano. In realtà, entrambi appartengono alla stessa specie ma si tratta di varietà distinte, che si differenziano per aspetto, sapore, consistenza, profumo e origine.
In Italia, quando parliamo di “melone”, di solito ci riferiamo al melone retato, una varietà molto diffusa durante l’estate.
Il cantalupo, invece, è una varietà meno comune e spesso meno conosciuta al grande pubblico. A differenza del melone retato, ha una buccia liscia o appena rugosa, più sottile e di un colore che va dal verde pallido al giallognolo. È generalmente più piccolo e tondeggiante. La polpa, anche in questo caso arancione, tende però a essere più chiara e meno vivace. Ciò che lo distingue davvero è il sapore: pur essendo dolce, ha un gusto più delicato e aromatico, con leggere note speziate o floreali.
Anche la consistenza della polpa è diversa: mentre quella del melone retato è fondente e molto acquosa, il cantalupo risulta più compatto e meno succoso.
Dal punto di vista storico, il nome “cantalupo” deriva da Cantalupo in Sabina, un piccolo paese vicino a Roma, dove si racconta che questo tipo di melone sia stato introdotto nel Quattrocento da missionari di ritorno dall’Asia. Anche se le sue origini botaniche si collocano tra l’Asia e il Medio Oriente, il cantalupo si è poi diffuso in Europa, diventando un frutto pregiato e apprezzato in cucina, anche se oggi è meno coltivato rispetto al più commerciale melone retato.
Insomma, le varietà di melone sono davvero infinite!
di Sofia Pettorelli