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L’origine dell’aperitivo dall’Italia al mondo

L’origine dell’aperitivo dall’Italia al mondo

L’origine dell’aperitivo dall’Italia al mondo: la nascita, l’evoluzione e la diffusione tra storia, socialità, tradizione e buon gusto

L’origine dell’aperitivo dall’Italia al mondo

L’aperitivo si è trasformato radicalmente nel corso della storia, dalla sua origine che ad oggi è ancora dubbia alla quotidianità.
Il momento che oggi siamo soliti chiamare “Happy Hour” si è evoluto, passando da un momento in cui rilassarsi al termine della giornata lavorativa ad un’occasione leggera di convivialità.
Perché, a livello sociale, l’aperitivo è perfetto per incontrare amici e amori, per via del suo spirito allegro e informale. Inoltre, essendo meno impegnativo di un pranzo o una cena fuori sia a livello di costi sia a livello di tempo, uscire l’aperitivo è un momento di socialità perfetto per chi vuole solo svagarsi, sorseggiando un leggero cocktail e sgranocchiando qualche snack.
Per comprendere come dunque il momento dell’aperitivo sia diventato parte integrante della routine della settimana lavorativa e del weekend occorre fare un lungo salto temporale indietro nella storia.

Le origini:

Una prima teoria riguardante l’origine dell’aperitivo è suggerita dall’etimologia della parola stessa, derivante dal termine latino “aperitivus”. Questo sostantivo indicava un qualcosa il cui fine è aprire e dare inizio ad un qualcosa, ed effettivamente cosa è l’aperitivo se non il consumo di una bevanda alcolica/analcolica e qualche snack in anticipazione di un pasto?
Urge sottolineare come questa sia una tendenza radicata nella storia. Nei banchetti della Roma antica si era soliti infatti dare il benvenuto ai commensali con bevande alcoliche dal gusto amaro, poiché si credeva stimolasse l’appetito. Anche perché queste cene perduravano per innumerevoli ore, tra vino miscelato con acqua e innumerevoli portate. Nell’immaginario comune si è così creato il ricordo di banchetti pacchiani all’insegna di un consumo di cibo esagerato, quasi barocco per i fasti con cui era celebrato il servizio.
Ma ciò che conta è appunto ciò che apriva l’aperitivus, un gesto d’accoglienza nei confronti dell’ospite con una bevanda a base alcolica, un atto ritualistico presente ancora oggi.

L’evoluzione:

La tradizione romana ha gettato le fondamenta per la nascita dell’aperitivo, ma è giusto sottolineare come il consumo di una bevanda alcolica prima del pasto sia rimasta anche nel Medioevo come un gesto da una duplice valenza d’ospitalità e stimolo dell’appetito, non riconducibile al nostro attuale modello di consumo.
Per ciò che noi chiamiamo aperitivo occorre fare un balzo temporale in avanti, nella Torino del 1786 città in fermento e capitale del Regno di Sardegna di Vittorio Amedeo III di Savoia. In quell’anno Antonio Benedetto Carpano inventò un vino aromatizzato con numerose erbe e spezie: il Vermouth. Il nome di questo miscelato si rifà al termine tedesco “Wermut”, che sarebbe la base aromatica usata da Carpano.
Da lì in poi è un trionfo per il giovane distillatore piemontese e il suo iconico prodotto, che iniziò a diffondersi a macchia d’olio costringendolo a tenere aperta bottega per intere giornate.
La nascita del Vermouth è quindi fa coincidere con l’inizio dell’attuale concetto di aperitivo perché per via del suo tappeto aromatico su cui spicca l’amaro, divenne un ottimo stimolante per l’appetito. Un po’ come facevano nell’antica Roma.
Il punto cardine è però il seguente: se i banchetti erano esclusività degli aristocratici romani, il consumo di Vermouth si estendeva alla ricca nobiltà, alla vibrante borghesia e anche ai ceti meno abbienti.
Il consumo di un miscelato prima della cena diventa così simile a quella concezione di aperitivo che abbiamo oggi, ossia un’uscita con amici, conoscenti o colleghi per celebrare il termine della giornata lavorativa o un momento di convivialità.
Per certi versi l’aperitivo non apre così solo i pasti, ma anche le occasioni di socialità e mondanità.

L’aperitivo oggi:

La tradizione dell’aperitivo si è evoluta da Carpano in poi, diventando più sofisticata sia nei cocktail e miscelati serviti sia negli accompagnamenti sempre più complessi sia nelle modalità più innovative (basti pensare all’apericena).
Il Vermouth è stato così abbandonato per lasciare spazio a nuovi cocktail come lo Spritz, l’Americano, il Negroni, il Gin Tonic e altro ancora. In particolare, oggi sono presenti anche varianti analcoliche a base di frutta.
Ciò che però è rimasto è il concetto di aperitivo come momento che anticipa la cena, un’occasione di socialità e convivialità accompagnata da miscelati più o meno leggeri, vino o birra, stuzzicando snack quali patatine, olive, focacce, pizzette, salumi e formaggi.
È lecito affermare come questa occasione sia diventata un vero e proprio pasto capace di entrare a far parte della routine quotidiana di milioni di persone in Italia e nel mondo.

Le roccaforti dell’aperitivo:

Numerose città meriterebbero l’appellativo di regina dell’aperitivo, per via della diffusione e notorietà del fenomeno; tuttavia, per ragioni storiche è lecito considerare Torino come capitale dell’aperitivus.
La città della Mole ha infatti mantenuto lo scettro in mano, celebrando la tradizione ancora oggi tra cocktail leggeri a cui accompagnare snack ed anche gli iconici tramezzini, anch’essi torinesi.
Altre due roccaforti meritevoli di menzione sono sicuramente Milano e Venezia.
Se il capoluogo meneghino è stato capace di far coincidere la vibrante tradizione dell’aperitivo con la dinamica e frenetica vita lavorativa, la Serenissima ha creato un vero e proprio culto autoctono.
Perché a Venezia non ci sono gli snack, ma molto spesso si abbinano i cicchetti e inoltre lo spritz, il cocktail d’aperitivo per eccellenza non è caratterizzato dal classico dualismo Aperol/Campari. In Veneto è infatti tipico l’utilizzo del Select.

Insomma, paese che vai aperitivo che trovi, perciò, dopo essere andati alla ricerca delle origini, la scelta migliore è andare a provare le varie tradizioni italiane e globali, perché iniziare un pasto all’insegna di prodotti simbolo della territorialità è sicuramente la scelta migliore.

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Portata Drinks
Cucina Internazionale
Porzioni 1

Equipment

  • Jigger
  • Spoon
  • Cavatappi
  • Pinza per ghiaccio
  • Pinza

Ingredienti
  

  • 2,5 ml Distillato di lychee
  • 2,5 ml Gin infuso con fiori di pisello
  • 50 ml Gin
  • top Acqua tonica
  • Fiori edibili

Istruzioni
 

  • - Versare 5 ml di distillato di lychee e gin infuso con fiori di pisello direttamente all’interno del bicchiere;
    - Versare 50 ml di gin e un goccio di acqua tonica e mescolare leggermente;
    - Aggiungere un chunk di ghiaccio trasparente nel bicchiere, quindi colmare con acqua tonica;
    - Dare un’ultima mescolata leggera e completare il cocktail con un fiore edibile di decorazione.

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Keyword acqua tonica, gin, gin tonic
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