La Tuscia, nome antico che indica la porzione d’Italia che comprende la Toscana, l’Umbria occidentale e il Lazio settentrionale, si distingue per il suo patrimonio storico e gastronomico. In questo articolo vi proponiamo 3 ricette sfiziose tipiche della Tuscia, che ogni anno diventano protagoniste indiscusse di eventi e sagre organizzate nel territorio. Scopriamole insieme.
Frittelloni civitonici
Sin dai tempi antichi, la frittura è parte della tradizione gastronomica della Tuscia. Nati a Civita Castellana come preparato povero delle case contadine, i frittelloni civitonici si compongono di pochi ingredienti e sono semplici da preparare. In passato venivano solitamente serviti a merenda, consumati nelle osterie insieme ad un bicchiere di vino. Ma oltre ad essere un semplice spuntino, è tuttora uno dei prodotti simbolo del Carnevale e di Civita Castellana, divenendo inoltre protagonista della Sagra dedicata che si svolge a fine settembre.
La sua fama, nel corso dei secoli, non ha fatto che crescere, tanto da essere consumato anche nei Comuni confinanti, che non tardarono ad attribuire ai frittelloni i termini più diversi: Bertolacce a Corchiano, Fregnacce a Gallese, Pizzacce a Orte. Non solo il nome, ma anche la ricetta ha subito diverse modifiche, introducendo nuovi metodi come la cottura al forno, o l’aggiunta di un ripieno, solitamente il ragù.
In questo articolo vi proponiamo la ricetta originale. Pensate che la tecnica (o meglio, la sfida) prevede che si utilizzino più padelle, e chi è più bravo riesce a cuocerne anche quattro contemporaneamente. Vediamo insieme la preparazione.
Avrete bisogno di:
Ingredienti per 60 frittelloni
- 5 uova
- 2 etti di farina
- sale q.b.
- ½ litro di acqua
- 2 etti di pecorino romano
Preparazione.
Si consiglia di utilizzare delle padelle antiaderenti. Cominciate sbattendo le uova con il sale, per poi aggiungere poco alla volta la farina. Quindi amalgamare il tutto cercando di non fare grumi. Successivamente, aggiungete l’acqua al filo, per creare una pastella fluida. Lubrificate le padelle con una patata tagliata a metà – o dello scottex – intinta nell’olio, quindi riscaldate la padella. Con un mestolino piccolo versate in modo uniforme la pastella nella padella. Cuocete su entrambi i lati e, una volta pronto, togliete la frittella e posatela su un piatto. Arrotolate le frittelle sottili ottenute e, come tocco finale, aggiungete una spolverata di pecorino romano o parmigiano. I frittelloni sono pronti per essere serviti. Da consumare caldo o freddo a piacere.
Ciambelline col vino
Originarie anch’esse di Civita Castellana e del Lazio, le ciambelline col vino sono un dolce tradizionale gustoso, fatto con ingredienti semplici ed economici. Vengono serviti solitamente nel dopocena o insieme al caffè dopo il pranzo. La loro preparazione non prevede l’uso di particolari utensili e può essere preparato sia con il vino bianco, che con il vino rosso. Vediamo insieme come prepararli.
Avrete bisogno di:
- 370 g di farina
- 100 g di zucchero
- 100 ml di vino bianco o rosso
- 100 ml di olio di semi
- 1 cucchiaino di lievito per dolci
- zucchero semolato q.b. per decorare
Preparazione.
Iniziamo dall’impasto. Versate la farina in una ciotola, creando una cavità al centro. Aggiungete vino, olio di semi e zucchero, quindi mescolate il tutto. Aggiungete il lievito e continuate a mescolare per dare consistenza all’impasto. Trasferite il tutto su un piano di lavoro e impastate a mano fino ad ottenere un panetto compatto. Si procede dunque preparando le ciambelline. Prendete piccole porzioni di impasto e formate dei cilindri per chiuderli poi ad anello. Passate le ciambelline con lo zucchero e sistematele su una teglia foderata con carta forno ben distanziate le une dalle altre. Cuocete infine a 180° per 25 minuti. Una volta pronte, sfornatele e mettetele in un piatto. Infine, decorate con lo zucchero a velo.
Pesto del Giglio
L’ultima ricetta che vi proponiamo è una novità nata in occasione della Sagra della Nocciola di Caprarola, in provincia di Viterbo. Nata dalle mani delle signore e dei signori della proloco che presiede l’evento, è stata proposta per la prima volta quest’anno nelle piazze del paese. Ingrediente principale è la nocciola, prodotto simbolo del territorio, nonché uno degli elementi centrali dell’economia della zona. Il nome, come affermano i creatori della pietanza, è un omaggio alla casata dei Farnese e al patrono di Caprarola S. Egidio Abate (in dialetto caprolatto Santo Giglio). Curiosi di scoprire gli ingredienti? Continuate a leggere per scoprire la preparazione.
Avrete bisogno di:
- 1 limone
- 50 grammi di nocciole
- 50 grammi di Parmigiano grattugiato
- 20 foglie di basilico
- 100 ml di olio evo
- 1 spicchio d’aglio
- Sale q.b.
Preparazione.
Il procedimento è simile a quello del classico pesto alla genovese. Per prima cosa, staccate le foglioline di basilico e mettetele in un colino, quindi sciacquatele in acqua fredda, infine trasferitele su un canovaccio e tamponate delicatamente per togliere l’acqua in eccesso. Prendete un mortaio in marmo e inserite gli spicchi di aglio privi di anima. Lavorate l’aglio con un pestello di legno fino ad ottenere una crema. A questo punto aggiungete le nocciole e procedete allo stesso modo. Successivamente, aggiungete le foglie di basilico e il sale grosso. Continuate a lavorare con movimenti rotatori fino ad ottenere un pesto uniforme. Appena avrete ottenuto una consistenza cremosa, aggiungete il parmigiano e pestate allo stesso modo per incorporarlo. Da ultimo, quando tutti gli ingredienti saranno amalgamati, versate l’olio e roteate il pestello per qualche istante. Il pesto del Giglio è pronto per impreziosire il tuo piatto.