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Come scegliere il pesce fresco

Come scegliere il pesce fresco? 

I consigli per non sbagliare secondo Acadèmia.tv

Come scegliere il pesce fresco? 

Quante volte davanti a un qualsiasi banco pescheria ti sarà capitato di chiederti “questo pesce sarà davvero?” senza avere una risposta certa, per lo meno fino al suo consumo. Non è difficile riconoscere quando il pesce è fresco, ma non è nemmeno così semplice. Oggi ti sveliamo qualche trucco per non farti ingannare, non sprecare soldi e soprattutto non correre alcun rischio! 

Scegliere il pesce fresco: i consigli per non sbagliare 

Il primo criterio da valutare sono gli occhi: un buon pesce è quello che ha occhi pieni, umidi, lucenti e sporgenti. L’occhio deve essere “vivo”, anche se sembra paradossale, perché è proprio questa lucentezza a garantire la freschezza del prodotto. 

  • È obbligatorio, quindi, evitare pesci con gli occhi spenti o infossati. 

Il secondo punto da esaminare è l’odore, fondamentale per accorgersi quando il pesce non è fresco o, nel peggiore dei casi, avariato. In questo caso, l’odore sarà pungente e ricorderà quasi quello dell’ammoniaca. Mentre un pesce di buona qualità lo si riconosce subito per il suo odore di salsedine, che richiama il mare ed è sintomo di assoluta freschezza. 

  • Se all’olfatto si percepisce un odore forte e sgradevole, meglio cambiare pescheria. 

Altro punto da esaminare è l’aspetto e la lucentezza dei prodotti esposti al bancone. Questa caratteristica dipende dal muco cutaneo prodotto naturalmente dal pesce prima di essere pescato. Un pesce ormai “vecchio” perde lucentezza e diventa opaco, presenta delle branchie quasi marroncine e giallognole. 

  • Un pesce fresco appare agli occhi cangiante e al tatto viscido e scivoloso.

La freschezza e qualità del pesce si intuisce anche dal suo prezzo. Difficilmente si potrà trovare pesce fresco a prezzi stracciati. 

  • Diffidate da offerte speciali e banconi con scritte che invitano all’acquisto di pesce di prima qualità a prezzi decisamente bassi.   

Ogni pesce, fresco o congelato che sia, si distingue per specifiche zone di provenienza ed etichettature che devono essere obbligatoriamente a disposizione del consumatore. È necessario che riportino sia il nome in latino della specie, sia quello commerciale, oltre alle informazioni sullo stato fisico del prodotto, zona di cattura, metodo di produzione e attrezzi utilizzati e, infine, gli eventuali additivi presenti.

  • È importante anche ricordare che anche il pesce ha la sua stagionalità, come moltissimi altri alimenti. 

È possibile valutare le condizioni e la qualità del pesce anche a casa: una volta sviscerato, se siamo di fronte a un prodotto fresco, le carni saranno più difficili da staccare dalla lisca centrale. Inoltre, meglio preferire il pesce “nostrano” poiché questi ultimi sono sottoposti a numerosi controlli (prima e dopo la pesca) e il rischio di acquistare un pesce vecchio in questo caso è molto meno concreto. 

  • In generale, meglio consumare il pesce acquistato entro le 12-24 ore dall’acquisto, in quanto trascorso questo lasso di tempo, entrano in funzione i processi degradativi che ne compromettono la qualità. 
Corso di pesce povero con Peppe di Napoli su Acadèmia.tv
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Scegliere il pesce fresco: cos’è la pesca sostenibile?

Il pesce fresco è un vero toccasana per la nostra salute. L’American Heart Association, associazione dei cardiologi americana, ha stabilito che mangiarlo almeno due volte alla settimana fornisce al nostro corpo un’ottima dose di proteine e di omega 3. Anche in questo caso, quando si acquista pesce, è fondamentale informarsi ed essere attenti alla sostenibilità. 

Le attività di pesca sostenibili possono definirsi tali solo se rispettano i 3 principi dello Standard MSC, ossia: 

  • La pesca lascia in mare abbastanza pesci
  • La pesca viene fatta minimizzando l’impatto (che può avere) sull’intero ecosistema 
  • La pesca è gestita in modo responsabile 

Per ottenere questo tipo di certificazione sarà necessario un processo di valutazione condotto da un ente certificatore esterno. Una volta ottenuto il riconoscimento e la certificazione non ci si potrà fermare, al contrario, bisognerà progredire e fare continui miglioramenti puntando alla completa sostenibilità. Seguire queste regole è fondamentale per salvaguardare gli oceani che costituiscono una fonte di proteine per circa 3 miliardi di persone e che oggi sono pesantemente messe in pericolo dal climate change, dall’inquinamento e dalla sovrapesca che, secondo i dati FAO coinvolge più del 34% delle popolazioni ittiche. Essere sostenibili oggi significa garantire e proteggere le risorse marine per le generazioni future. 

di Paola Ragno

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