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pollo gourmet

Pollo gourmet: 4 ricette per rendere speciale la carne bianca

Pollo gourmet? Abbiamo ben quattro ricette per voi!

Il pollo è uno di quegli ingredienti che non conoscono confini. Economico, versatile e apprezzato in tutto il mondo, è la prova concreta che con semplicità e creatività si possono realizzare piatti straordinari.
In Italia si dice spesso che “del maiale non si butta via niente”, ma in Francia l’espressione cambia: “du poulet, on ne jette rien”, ossia “del pollo non si butta via nulla”. E in effetti è proprio così: dal petto alle cosce, dalle ali fino alle frattaglie, ogni parte può trovare la sua dignità in cucina, diventando protagonista di ricette che spaziano dal rustico al raffinato. Insomma, preparare un pollo gourmet è possibile!

La carne di pollo, e più in generale quella bianca, è la base ideale per piatti leggeri, nutrienti e dal gusto delicato. Ma se lavorata con cura, marinata con sapienza o accompagnata da ingredienti di qualità, può trasformarsi in un’esperienza gastronomica sorprendentemente gourmet.

Sul sito di Académia.tv trovate molte ricette che mirano a esaltare questo ingrediente e lo chef Matteo Rossatto, Sous-chef Georges Blanc Alain Ducasse, durante il suo corso, vi svelerà passo dopo passo come porzionare un pollo e propone delle ricette creative, ma anche prelibate e gourmet.

La carne bianca

Quando si parla di carne bianca, il pensiero corre subito al pollo, ma in realtà questa categoria include diversi tipi di carne che condividono caratterizzate da una minore quantità di grassi rispetto alle carni rosse.

Ognuna, però, ha caratteristiche proprie di gusto, consistenza e impiego in cucina, anche tutte sono accomunate dall’essere digeribili, leggere e ricche di proteine.

Quali sono le principali carni bianche?

  • Pollo: ha una carne tenera, dal sapore neutro ma aromatico, e si presta a una grande varietà di cotture: alla griglia, al forno, in padella o in umido. Il petto, più magro, tende ad asciugarsi facilmente, mentre le cosce e le sovracosce sono più saporite e succose.
  • Tacchino: carne leggermente più asciutta e soda, dal sapore dolce e meno marcato. È ideale per preparazioni leggere come arrosti, insalate o affettati magri. Le sue fibre più compatte lo rendono perfetto per cotture lente o al forno, che ne preservano la morbidezza.
  • Coniglio: carne bianca molto fine, dal gusto aromatico e dalla consistenza tenera ma compatta. Si sposa magnificamente con erbe aromatiche, vino bianco e olive, tipiche della cucina mediterranea.
  • Anatra: anche se spesso viene classificata tra le carni rosse, l’anatra ha carni chiare ma dal sapore intenso e grasso. La sua pelle è croccantissima e per questo è considerata estremamente prelibata sia dalla cucina francese che quella asiatica.

Il pollo

Nei supermercati o nelle macellerie troviamo sia polli biologici che polli ruspanti, oltre a quelli che vengono allevati in luoghi specifici come il pollo di Bresse o del Valdarno (rinomati per la qualità superiore delle carni) e quindi, una domanda più che lecita dovrebbe essere “C’è differenza tra pollo ruspante e biologico?”. Ebbene, la risposta è sì.

Quello ruspante, o allevato a terra è considerato il più saporito: cresce più lentamente, la carne è compatta, leggermente più scura e con un gusto deciso, ideale per arrosti o cotture in umido. Quello biologico, invece, proviene da allevamenti che rispettano regole più rigorose sull’alimentazione e sul benessere animale; la carne risulta tenera ma con un sapore autentico.

Sapete come capire se la carne che state comprando è di buona qualità?

Come si porziona un pollo?

Prima di scoprire le quattro ricette del pollo gourmet, può essere interessante imparare a porzionare un pollo. Un’operazione che può sembrare complessa, ma in realtà è un gesto di cucina che unisce tecnica, pazienza e rispetto per l’ingrediente. Farlo a casa consente non solo di risparmiare, ma anche di utilizzare ogni parte dell’animale, evitando sprechi e valorizzando al massimo le diverse texture della carne.

Porzionarlo e disossarlo significa, in fondo, abbracciare una filosofia di cucina completa, dove nulla si spreca e ogni parte trova il suo posto. È un gesto che trasforma la semplicità di un ingrediente comune in una vera arte gastronomica.

Il miglior modo per sezionare un pollo è seguire le parti anatomiche.

Per iniziare, ricordatevi di lavorare su un tagliere ampio e pulito, con un coltello affilato e sottile. Il primo passo è rimuovere le ali incidendo lungo l’articolazione che le unisce al corpo. Si passa poi alle cosce, tagliando la pelle e seguendo la linea dell’osso per staccarle con precisione. Una volta separate, si può scegliere se disossarle completamente o lasciarle intere, a seconda della ricetta.

Per il corpo principale, si procede incidendo lungo la spina dorsale, seguendo la struttura ossea con la lama e “scollando” delicatamente la carne. È importante mantenere il coltello il più possibile aderente all’osso, per non sprecare carne. Una volta liberato il busto, si può rimuovere la carcassa interna in un unico pezzo: un’operazione che richiede attenzione, ma che, con un po’ di pratica, regala grandi soddisfazioni.

Il pollo disossato può essere farcito, arrotolato o utilizzato per preparazioni raffinate come galantine, rollé o involtini ripieni. Le ossa, invece, non si buttano: sono perfette per ottenere brodi ricchi e saporiti, base essenziale di molte salse e zuppe.

Ricette creative per rendere speciale la carne bianca

Lo chef Matteo Rossatto ha scelto alcune ricette per valorizzare il pollo e ogni sua parte. E sì, sono proprio ricette per servire il pollo gourmet:

  • Petto di pollo su carcassa
  • Cosce alla cacciatora
  • Sovraccosce alla panna e crêpes vonnassiennes
  • Pollo in crosta di sale e pere caramellate

Petto di pollo su carcassa

Il primo pollo gourmet è il “petto su carcassa”.

Si tratta di una cottura inusuale, perché si cuociono i petti di pollo direttamente sulla carcassa.

Le ossa, essendo ottimi conduttori, trasmetteranno calore in modo uniforme alla carne, donandole una consistenza più succosa e tenera. Inoltre, per rendere il pollo ancora più godurioso, lo chef inserisce del burro aromatizzato tra la carne e la pelle del pollo: questo permetterà di ottenere un risultato ancora più morbido e profumato.

Con le dita si stacca delicatamente la pelle dalla carne, facendo attenzione a non romperla; si dovrà ottenere una sorta di tasca che avvolge perfettamente il petto. A parte, si prepara il burro aromatizzato con le erbe che preferiamo (ad esempio timo, rosmarino, salvia o erbe di Provenza) e, con una sac-à-poche, lo inseriamo tra la pelle e la carne.

Con il calore delle mani si massaggia l’esterno del pollo per distribuire il burro in modo uniforme. All’interno della carcassa si aggiunge abbondante sale e pepe, qualche rametto di erbe aromatiche e qualche fiocchetto di burro, che durante la cottura si scioglierà lentamente, insaporendo la carne dall’interno.

Il pollo deve essere quindi infornato a 190°C per circa 10-12 minuti.

Trascorso questo tempo, dovremo aprire il forno e nappare il pollo con i succhi di cottura che si saranno formati sul fondo della teglia. Questi liquidi non devono essere gettati: saranno preziosi in fase di riscaldamento e servizio.

Una volta cotto, è indispensabile lasciar riposare la carne. Lo chef ci svela il primo trucchetto quindi: per ottenere carni morbide e succose la carne deve sempre riposare per un tempo pari a quello della cottura e non deve mai avvenire su una superficie calda, perché altrimenti il calore residuo ne altererà la consistenza. Al momento del servizio, potremo riscaldarlo per qualche minuto alla stessa temperatura di cottura, senza il rischio di seccarlo.

A questo punto possiamo dedicarci alla preparazione del contorno, che sarà a base di patate fritte. La scelta della patata è importante: meglio utilizzare una varietà Adria, caratterizzata da una pasta più chiara, leggermente meno gialla e luminosa rispetto ad altre, con una consistenza che, una volta cotta, risulta cremosa e fondente. Tagliamo le patate a bâtonnettes, cioè a bastoncini regolari, e le lasciamo in ammollo in acqua fredda per eliminare l’amido in eccesso. Successivamente le sbollentiamo in acqua ben salata, in modo che la cottura penetri fino al cuore della patata. Le scoliamo solo quando saranno morbide ma ancora integre, quasi completamente cotte.

Dopo averle sistemate su una teglia le facciamo congelare: questo passaggio è importante per ottenere una frittura perfetta.

Noi abbiamo scelto una doppia frittura.

La prima frittura va fatta a una temperatura di circa 140-145°C: serve a formare una leggera “camicia” croccante sulla superficie della patata, senza cuocerla completamente. In questa fase la patata inizia a dorarsi appena e diventa leggermente croccante all’esterno, mantenendo però un cuore morbido. Dopo la prima frittura le scoliamo e le lasciamo raffreddare. Quando avranno raggiunto la temperatura ambiente, effettuiamo la seconda frittura a 180°C: in questo modo le patate risulteranno croccanti e dorate all’esterno ma morbide e cremose all’interno. Appena tolte dall’olio, le saliamo in superficie, così che il sale aderisca bene e mantengano la loro fragranza.

Torniamo ora al pollo. Dopo il riposo, possiamo riscaldarlo brevemente in forno a 190°C per circa quattro minuti, nappandolo ancora con i suoi succhi di cottura per renderlo lucido e appetitoso. Per porzionarlo, seguiamo con il coltello la linea dell’osso centrale, separando delicatamente i petti e rimuovendo le ossa con precisione. Se la carne dovesse necessitare di qualche istante di cottura in più, possiamo terminare la preparazione in padella, aggiungendo un filo d’olio aromatico o un piccolo fiocco di burro per pochi secondi, in modo da lucidare e ravvivare la superficie.

Pollo alla cacciatora con purè di mascarpone

La seconda ricetta per un pollo gourmet è il pollo alla cacciatora: una preparazione classica della cucina mediterranea, in questa versione abbinata a un purè di patate arricchito con mascarpone, che dona cremosità e una nota leggermente dolce e vellutata.

Per preparare il pollo alla cacciatora occorre separare le cosce dalle sovracosce e procurarsi:

  • Pomodori pelati
  • Capperi dissalati
  • Olive taggiasche
  • Olio EVO
  • Burro
  • Sedano
  • Cipolla
  • Vino bianco
  • Erbe aromatiche come rosmarino e timo

La prima cosa da sapere è che è importante partire sempre da una padella già calda, aggiungendo un filo d’olio e una noce di burro: in questo modo il calore si distribuisce in modo uniforme e la carne inizia a rosolare subito.

Le cosce vanno disposte con la parte della pelle a contatto con la padella, così da avviare immediatamente la caramellizzazione. Quando si inizia una preparazione da zero, è fondamentale salare e pepare sin dall’inizio: in questo modo i sapori si amalgamano meglio e la carne si insaporisce uniformemente.

Mentre il pollo rosola, si prepara la base aromatica. Si pulisce il sedano eliminando le foglie, che tendono a dare un gusto troppo amaro, e si taglia a pezzi piuttosto grossi, così come la cipolla. Si aggiungono poi le erbe aromatiche, come il rosmarino, preferibilmente tritato al coltello per sprigionarne meglio il profumo.

Quando la pelle appare ben dorata ma non bruciata, si aggiunge altro sale, che ha anche una funzione disidratante e aiuta a rendere la pelle più croccante. A questo punto si uniscono le verdure già preparate e si lascia che appassiscano leggermente. Quando rilasciano i loro profumi, si sfuma con del vino bianco. È importante far evaporare la parte alcolica, ma senza cuocere troppo il vino, per non perdere le sue note aromatiche. Non appena l’alcool sarà evaporato, si aggiungono i pomodori pelati e il resto degli ingredienti, compresi i capperi e le olive taggiasche. Il pollo dovrà cuocere a fuoco medio per circa 30-40 minuti, finché la salsa non si sarà addensata e la carne risulterà tenera.

Nel frattempo ci si può dedicare alla preparazione del purè di patate al mascarpone: un contorno perfetto!

Le patate vanno cotte al forno intere e con la buccia, il consiglio dello chef è quello di cuocerle su un letto di sale grosso, a 180°C per circa 40 minuti.

La cottura sul sale serve a eliminare l’umidità interna, così che, una volta aggiunti burro e latte, la consistenza risulti cremosa e stabile.

È importante scegliere patate a pasta gialla e farinosa, come la varietà Agata, ideali per ottenere un purè setoso e consistente. Una volta cotte, le patate vanno pelate ancora calde e passate allo schiacciapatate o setacciate. Devono essere lavorate subito, perché raffreddandosi tendono a diventare collose, compromettendo la texture del purè. Dopo averle schiacciate, si devono far asciugare brevemente in padella, a fuoco basso, per eliminare l’umidità residua, finché non risultano più appiccicose. Solo a questo punto si aggiunge gradualmente il latte caldo, una grattugiata di noce moscata e il burro freddo, che conferirà lucentezza e struttura.

Quando il composto diventa omogeneo e vellutato, si toglie la padella dal fuoco e si incorpora il mascarpone, mescolando con delicatezza per non smontare la consistenza. Il risultato dev’essere un purè liscio, cremoso e lucido, privo di grumi, che si possa spalmare come una crema pasticcera.

Tornando al pollo, una volta completata la cottura, si elimina la parte più grossolana delle verdure, lasciando nella salsa soltanto i capperi e le olive. La salsa deve risultare brillante, densa e profumata, perfetta per avvolgere la carne.

Il risultato è un piatto che unisce la rusticità e la profondità dei sapori mediterranei del pollo alla cacciatora alla morbidezza e alla delicatezza del purè al mascarpone, in un equilibrio perfetto tra comfort e eleganza.

Sovracosce alla panna e crêpes vonnassiennes

Le sovracosce alla panna e crêpes vonnassiennes è la nostra terza ricetta per portare a tavola un ottimo pollo gourmet.

La preparazione segue un procedimento molto simile a quello delle cosce alla cacciatora. Anche in questo caso si parte da una padella ben calda, nella quale si aggiunge una noce di burro e, se si desidera, un filo d’olio. Gli ingredienti necessari sono:

  • Sedano
  • Cipolle
  • Champignon
  • Aglio in camicia
  • Timo
  • Panna fresca, che deve avere una percentuale di grasso del 35%, così da risultare sufficientemente corposa e stabile in cottura: in questo modo non si straccerà, ma si legherà armoniosamente con gli altri elementi, creando una salsa vellutata e consistente.

Quando il burro è completamente sciolto, si adagiano in padella le sovracosce di pollo dalla parte della pelle, che dovrà rosolare fino a diventare dorata e croccante. Si sala e si pepa con generosità, in modo che la carne risulti già ben insaporita durante la cottura. Una volta che la pelle è rosolata al punto giusto, si girano le sovracosce e si aggiunge la parte aromatica: sedano, cipolla e funghi champignon, tutti tagliati in modo grossolano.

Le verdure devono appassire leggermente, giusto il tempo di sprigionare i loro profumi, dopodiché si sfuma con il vino bianco. Come nella ricetta alla cacciatora, la parte alcolica deve evaporare, ma senza perdere l’aroma delicato del vino: per questo si blocca la cottura aggiungendo la panna fredda di frigorifero, che contribuisce anche a stabilizzare la temperatura e a dare corpo al fondo di cottura. A questo punto potete unire anche il timo e l’aglio in camicia e lasciar cuocere a fuoco dolce per circa mezz’ora, fino a quando la carne risulterà tenera e ben cotta.

Trascorso il tempo necessario, si tolgono le sovracosce dalla padella e si filtra la salsa, eliminando le verdure e gli aromi utilizzati. La salsa così ottenuta va rimessa sul fuoco per farla ridurre fino a raggiungere una consistenza cremosa, lucida e ben legata, perfetta per nappare la carne al momento del servizio. Questo metodo, che prevede l’aggiunta della parte aromatica a metà cottura, è molto utilizzato nella cucina francese e consente di preservare la freschezza e la vivacità dei profumi vegetali, evitando che si “stanchino” con cotture troppo prolungate.

La salsa si è ristretta fino a ottenere la giusta densità. Se si desidera una consistenza più corposa, si può legare ulteriormente con un piccolo roux di burro e farina, aggiunto poco per volta fino a raggiungere la texture desiderata. Le sovracosce vengono quindi rimesse nella salsa calda per essere nappate e riscaldate prima del servizio. In questo modo la carne, morbida e succosa, si ricopre di una crema lucida e profumata, dal sapore delicato ma intenso.

La ricetta è accompagnata da crêpes salate, preparate con un impasto che ricorda quello classico, ma arricchito con patate schiacciate e setacciate, le stesse utilizzate per il purè. Questa aggiunta dona morbidezza e una consistenza più vellutata all’impasto. Le patate vanno unite al composto di farina, uova e latte e, se dovesse risultare troppo denso, si può ammorbidire con un po’ di panna. Il tutto va poi frullato e setacciato accuratamente, fino a ottenere una pastella liscia, cremosa e leggermente consistente, non troppo liquida.

Il piatto finale è elegante e avvolgente: le sovracosce alla panna, tenere e aromatiche, si accompagnano perfettamente alle crepes di patate, che con la loro consistenza soffice e la leggera nota burrosa creano un equilibrio armonioso di sapori e consistenze, in un insieme che unisce tradizione e raffinatezza.

Pollo in crosta di sale e pere carmellate

L’ultima ricetta è lo squisito pollo in crosta di sale con pere caramellate. Questa è una vera chicca che lascerà tutti a bocca aperta: un pollo gourmet così non lo avete ancora visto!

Si tratta di un pollo intero cotto al forno che verrà accompagnato da pere anch’esse cotte al forno e farcite con una cipolla, in uno stile che ricorda il fegato alla veneziana. Le pere, alla fine, saranno caramellate in padella, creando così un piacevole contrasto agrodolce che si sposa perfettamente con il gusto delicato della carne.

Cominciamo dalla preparazione della crosta di sale, che andrà a rivestire completamente il pollo. Gli ingredienti che utilizzeremo sono:

  • Acqua
  • Erbe aromatiche come timo, rosmarino ed erbe provenzali
  • Tuorli
  • Uova intere
  • Sale grosso
  • Farina

Come potete capire dagli ingredienti, è una crosta un po’ diversa da quelle tradizionali, perché di solito la crosta di sale viene preparata con sale e albumi, mentre in questo caso useremo le uova intere, che ci permetteranno di ottenere una colorazione più omogenea e ambrata in cottura.

Il pollo, che cuocerà in forno per circa due ore e mezza, sarà avvolto completamente in questa camera di sale e uova e subirà una cottura che potremmo definire quasi bollita: la pelle, infatti, rimarrà molto morbida e fondente, e non avremo un classico effetto arrosto, poiché il vapore che si svilupperà all’interno della crosta conferirà alla carne chiara, quasi traslucida. A volte si può anche farcire sotto pelle con del tartufo o delle erbe aromatiche, per ottenere un effetto visivo e aromatico ancora più ricco al momento dell’apertura.

La preparazione dell’impasto è molto semplice: si mettono insieme tutti gli ingredienti iniziando dai tuorli e dalle uova, che è sempre consigliabile aprire una alla volta per controllare che siano fresche e prive di tracce di sangue, anche se in questo caso la crosta non verrà mangiata. Si aggiunge poi un filo d’acqua e, poco alla volta, la farina, così da evitare la formazione di grumi. Si impasta energicamente, proprio come se si stesse preparando una pasta fresca. Una volta ottenuto un impasto leggermente umido, si aggiungono le erbe aromatiche fresche tritate molto finemente che durante la cottura rilasceranno un profumo che ricorderà quello del fieno, evocando l’ambiente naturale dei pollai.

Gli ingredienti, a parte l’acqua, devono essere dosati con precisione; la quantità d’acqua, invece, si regola a occhio, finché non si ottiene una consistenza equilibrata: l’impasto deve essere compatto ma non troppo duro, morbido ma non appiccicoso, poiché andrà steso con il mattarello.

È importante ricordare che, contenendo granelli di sale, non si può utilizzare la macchina per la pasta: si deve lavorare tutto a mano.

La consistenza finale dovrà consentire di stendere la pasta facilmente ma senza che sia troppo molle, per evitare che nel forno si spacchi. Questo è fondamentale, perché durante la cottura il pollo tende a muoversi leggermente, specialmente nelle parti articolate come le cosce, quindi serve un impasto abbastanza resistente da contenere il tutto e mantenere la forma. Una volta impastato, si lascia riposare in frigorifero per circa mezz’ora, ma come mai? Il riposo serve a far rilassare l’impasto e a rendere le uova perfettamente amalgamate, rendendo la pasta più elastica e facile da stendere.

Mentre la crosta riposa, ci dedichiamo al pollo.

Per prima cosa, togliamo le ali e la testa, poi la parte finale delle zampe. In questo caso il pollo è già stato svuotato e privato delle interiora, quindi basterà sciacquarlo e asciugarlo bene. All’interno, lo condiamo con una cipolla tagliata in quattro e un po’ di sale e pepe, spingendo il tutto bene in fondo per distribuire il condimento in modo uniforme. Le zampe vanno poi incrociate e fissate in modo che il tutto resti ben chiuso, specialmente nella parte del collo, così che il vapore e il calore si distribuiscano in modo omogeneo all’interno durante la cottura.

Passiamo ora a preparare la base di crosta che fungerà da letto per il pollo. Dividiamo l’impasto a metà e stendiamo una parte fino a ottenere uno spessore di circa due millimetri, sufficiente a coprire la superficie della teglia. Prendiamo come riferimento la grandezza del pollo per determinare la dimensione corretta. Una volta steso l’impasto, lo adagiamo sulla teglia e vi posizioniamo sopra il pollo intero, poi lo ricopriamo con la seconda parte dell’impasto, stesa anch’essa sottilmente. È importante sigillare bene i bordi, eliminando l’aria all’interno, perché se rimane aria la cottura risulterà irregolare. Appiattiamo con le mani la superficie, modellandola. Gli eventuali scarti d’impasto potranno essere usati per decorare la superficie. Se si formano piccole crepe, si rattoppano con pezzetti di pasta, che in cottura non si noteranno grazie alla doratura e alle decorazioni.

Il tutto deve essere spennellato con un composto di panna e tuorli, facendo attenzione a coprire bene ogni punto, in modo che la colorazione in forno risulti omogenea.

Il tutto va poi in forno statico a 180°C per circa due ore. In generale si calcola un’ora di cottura per ogni chilo di carne, quindi per un pollo di un chilo e mezzo saranno necessarie circa due ore. Per verificare la cottura, potete utilizzare uno stuzzicadenti infilzando la parte più spessa, come la coscia, e appoggiando poi la punta al labbro: se risulta molto calda, significa che è cotto in modo uniforme. Questo metodo semplice ma efficace consente di ottenere una cottura omogenea sia del petto che delle cosce, senza rischiare che alcune parti restino crude o troppo cotte.

Mentre cuoce, prepariamo il contorno. Prendete le pere William, che utilizzeremo con la buccia, vengono lavate, tagliate a metà e svuotate leggermente al centro con uno scavino, lasciando però abbastanza polpa perché mantenga consistenza. In padella stufiamo una cipolla con un po’ di burro, sale e pepe fino a renderla morbida e fondente. Aggiungiamo quindi delle bacche di goji e dell’uvetta sultanina precedentemente ammollate per alcune ore in un liquore, come la grappa o il vino. Condiamo il tutto con un pizzico di sale, un po’ di aceto e qualche goccia di tabasco verde, per un equilibrio agrodolce e leggermente piccante. Questa farcia, lasciata a riposare per qualche minuto, verrà poi usata per riempire le cavità delle pere.

Adagiate quindi in una teglia le pere, ricordatevi di salarle leggermente, completate con qualche fiocchetto di burro e cuocetele in forno a 130-140°C per circa quaranta minuti, finché non risulteranno tenere e caramellate in superficie. Una volta pronte, saranno fondenti e profumate, con la cipolla dolce e appena caramellata che contrasta piacevolmente con la pera. Al momento di impiattare, basterà aggiungere un pizzico di fior di sale, un po’ di peperoncino e, se si desidera, una piccola insalatina di erbe fresche.

Accanto al pollo si possono servire le pere caramellate oppure completare il piatto con una salsa: si può optare per una salsa alla panna, come quella usata per le sovracosce, oppure un classico fondo bruno preparato con le carcasse e gli scarti del pollo, tostati in forno e poi coperti con acqua e ridotti fino a ottenere una salsa corposa, da montare infine con una noce di burro.

Che sia pollo al curry, alla coreana, alla cacciatora o in crosta, quel che è certo: parliamo di un ingrediente che unisce tutti e stampa sempre un sorriso sui volti dei commensali. E quindi, se da una parte potete preparare ricette semplici e veloci, dall’altra potete cimentarvi e portare a tavolo un pollo gourmet mai assaggiato prima!

 

di Sofia Pettorelli

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