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un piatto in cui è contenuta un'insalata a base di spinacino, tonno in scatola, uova e pomodorini

Tonno in scatola: come sceglierlo e come leggere l’etichetta

Il tonno in scatola è un alleato in cucina, ma non tutte le scatolette sono uguali. Ecco alcuni consigli per scegliere il prodotto migliore al supermercato

Pratico, economico, versatile: il tonno in scatola è un protagonista indiscusso delle dispense italiane. Diventa l’ingrediente principale di un’insalata, di un lunch box portato in ufficio, il ripieno di un panino o ancora il condimento di un primo piatto di mare. Per questo è difficile trovare una cucina che ne sia sprovvista. Ma tra le tante confezioni e marche presenti sugli scaffali dei supermercati, come si fa a scegliere il prodotto migliore? Una soluzione può essere affidarsi all’etichetta del prodotto, ma come si legge?

Tranquilli, in questo articolo vi spieghiamo come leggerla con consapevolezza e a cosa bisogna fare attenzione per fare un acquisto più sostenibile e per una cucina salutare.

Perché leggere l’etichetta è fondamentale?

L’etichetta non è solo un obbligo di legge, ma è uno strumento essenziale per fare scelte informate quando si tratta di cibo e alimentazione. In questo caso, parlando del tonno in scatola, grazie a una lettura attenta, possiamo capire:

  • la specie di tonno utilizzata
  • la zona di pesca
  • il tipo di conservazione e lavorazione
  • gli ingredienti aggiunti
  • il profilo nutrizionale del prodotto

Tutti elementi imprescindibili per fare una scelta consapevole e che tuteli l’ambiente, ma soprattutto la nostra salute. E che ci permetta di avere un’alimentazione e una cucina sostenibile.

Le specie di tonno: cosa cambia? 

Non tutto il tonno in scatola è uguale. Ci sono alcune specie utilizzare nella maggior parte dei casi, ovvero:

  • Thunnus albacares (tonno pinna gialla): è il più diffuso nelle scatolette di latta. Ha un sapore delicato, una carne chiara e un prezzo accessibile.
  • Thunnus thynnus (tonno rosso): è più pregiato e raro e protetto da rigide normative. Per questo è molto difficilmente trovarlo nelle conserve da supermercato.
  • Katsuwonus pelamis (tonnetto striato o skipjack): è una razza più economica e usata soprattutto nel tonno al naturale. Questo tonno ha carne più scura e un sapore intenso.

Abbiamo volutamente lasciato il nomi scientifici di queste varietà in quanto sull’etichetta non possono mai mancare. Questa informazione, infatti, è utilissima per evitare confusioni ma soprattutto per riconoscere eventuali specie a rischio.

Zona FAO e metodo di pesca

Passiamo a parlare di sostenibilità. Il tonno è uno dei pesci più soggetti a sfruttamento intensivo, ecco perché è importante valutare la sua provenienza. Le etichette di solito indicano anche la zona FAO (organizzazione che suddivide le aree di pesca del mondo) con un numero. Tra le zoni più comuni e facilmente rintracciabili sulle etichette ci sono:

  • FAO 34: Atlantico centro-orientale
  • FAO 27: Mar Baltico e Atlantico Nord-orientale
  • FAO 71: Pacifico occidentale
  • FAO 51: Oceano Indiano
  • FAO 37: Mar Mediterraneo

La zona del Pacifico è più pericolosa, per l’alto tasso di inquinamento. Mentre la 27 e la 37 sono quelle in cui viene effettuata una pesca più sicura e sostenibile, quelle da preferire se presenti in etichetta. Oltre alla zona alcune etichette indicano anche il metodo di pesca: ad esempio “a canna” o “con reti a circuizione”. Le tecniche selettive come la pesca a canna sono considerate più sostenibili perché riducono le catture accidentali e l’impatto ambientale. Le reti a circuizione con l’utilizzo di FAD (Fish Aggressive Device) sono il metodo meno sostenibile, perché mettono in pericolo diverse creature marine.

Anche le certificazioni sono un ottimo punto da considerare, come MSC (Marine Stewardship Council), che garantiscono pratiche di pesca sostenibili.

Tonno all’olio o al naturale? Pro e contro

Le due principali varianti del tonno in scatola sono all’olio d’oliva o di semi e al naturale. Il tonno sott’olio è ovviamente più saporito, e grazie al liquido la scatoletta conserva la morbidezza del pesce. Il punto a cui fare attenzione in questo caso è il tipo di olio utilizzato: l’olio extravergine è più pregiato e di qualità, mentre l’olio di semi è più economico ma meno stabile.

Il tonno al naturale viene conservato in acqua o salamoia. La differenza sostanziale sta, oltre che nel liquido di conservazione, nelle calorie. Per questo è adatto a chi segue una dieta ipocalorica. Il suo sapore è neutro e si presta a essere aromatizzato con erbe o condimenti.

Ingredienti da controllare sull’etichetta

Oltre alla specie, alla zona FAO e al liquido di conservazione, l’etichetta deve elencare tutti gli ingredienti contenuti nella scatoletta. Di solito oltre al liquido di conservazione viene riportata la presenza di additivi o conservanti (di solito non necessari) e la quantità di sale. Alcuni tonni hanno un contenuto di sodio molto elevato e a questo bisogna fare molta attenzione. La cosa importante è controllare la quantità (indicata per 100g).

Come per tutti gli alimenti, la scelta migliore è quella con pochi ingredienti e un’etichetta molto corta.

Come riconoscere un buon tonno in scatola

Oltre all’etichetta, anche l’aspetto e la consistenza sono indicatori di qualità. Un buon tonno in scatola si riconosce, in primis, da tranci compatti e non sbriciolati. Il colore deve essere uniforme, sui toni del rosato o del beige chiaro e il profumo deve essere delicato. Note acide o rancide sono sinonimo di bassa qualità o di prodotto compromesso e quindi non adatto al consumo.
I prodotti di fascia alta oltre al tipo di taglio inserito nelle scatolette, indicano anche  la lavorazione artigianale.

In questo caso il prodotto viene preparato in piccoli stabilimenti e si tratta di una lavorazione ancora in parte manuale. Si utilizzano tranci interi o filetti selezionati, generalmente cotti a vapore o lessati, raffreddati e poi invasati a mano in olio d’oliva (a volte extravergine). In etichetta si trovano pochi ingredienti in cui non figurano additivi o conservanti.

Conservazione e scadenza: cosa sapere

Il tonno in scatola ha una lunga shelf life, ma va comunque conservato al riparo da fonti di calore e luce. Dopo l’apertura, va trasferito in un contenitore di vetro e consumato entro 1-2 giorni.

Mi raccomando: controlla sempre la data di scadenza (o il termine minimo di conservazione) e non consumare prodotti con la lattina danneggiata o gonfia.

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